Quasi tutti andiamo a corrente alternata
nel giudicare Trump: respingiamo il suo anti-internazionalismo, le sue
improvvisazioni e le sue contraddizioni ci imbarazzano, le sue parole su Gaza
sono irripetibili (però intanto la tregua tiene), ma al tempo stesso non
possiamo non provare simpatia per un personaggio che ha messo a rischio la
propria vita dichiarando guerra ad apparati ed establishment, o
nonapprezzare le sue iniziative per la pace in Ucraina, che hanno
anche il pregio di mettere a nudo la superidiozia europea, compreso quella dei
nostri Mattarella, Draghi, Meloni, Schlein, Mieli, Galli della Loggia,
Molinari, ecc. - la lista sarebbe lunghissima. Per superidiozia si intende
l’essersi agganciati al carro dei guerrafondai americani senza aver pensato
alle possibili conseguenze, ossia alla cieca, senza un proprio piano, senza
convinzione, a parte i cripto-nazisti tipo Von der Leyen, Kallas, Baerbock, o
Pistorius. Il post di Trump, rilanciato da Larry Johnson, qui
di seguito nella traduzione italiana, è molto chiaro e inoppugnabile quando si
rivolge agli europei: se volevate la pace, perché non avete preso voi l’iniziativa?
se invece volete la guerra, arrangiatevi. Più controverso il discorso al
pagliaccio Zelensky: questi è infatti un criminale che si è prestato ai disegni
anglo-americani, contro l’interesse del proprio paese, ma non gli si può
imputare di aver voluto fregare gli Stati Uniti (di essersi associato ai
Democratici e al “deep state” per far fuori Trump, però, sì).
Pensateci, un comico di modesto
successo, Volodymyr Zelensky, ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere
350 miliardi di dollari, per entrare in una guerra che non poteva essere vinta,
che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma una guerra che lui, senza gli Stati
Uniti e “Trump”, non sarà mai in grado di risolvere. Gli Stati Uniti hanno
speso 200 miliardi di dollari in più dell’Europa, e il denaro dell’Europa è
garantito, mentre gli Stati Uniti non riceveranno nulla in cambio. Perché
Sleepy Joe Biden non ha chiesto l’equalizzazione, in quanto questa guerra è
molto più importante per l’Europa che per noi? Abbiamo un grande, bellissimo
oceano come separazione. Oltre a ciò, Zelensky ammette che metà del denaro che
gli abbiamo inviato è “mancante”. Si rifiuta di avere elezioni, è molto basso
nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui era bravo era suonare Biden “come un
violino”. Un dittatore senza elezioni, è meglio che Zelensky si muova in
fretta, altrimenti non gli rimarrà più un Paese. Nel frattempo, stiamo
negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, qualcosa che tutti
ammettono che solo “Trump” e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci
ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky
probabilmente vuole mantenere attivo il “treno della salsa”. Amo l’Ucraina, ma
Zelensky ha fatto un lavoro pessimo, il suo Paese è in frantumi e milioni di
persone sono morte inutilmente.
Il suo destino è comunque segnato,
scrive Johnson: se non sarà la giustizia ucraina a occuparsi di lui, sarà
quella americana. Johnson indica anche i sei gruppi di lavoro concordati a Riad
tra Lavrov e Rubio. Meno ondeggiante di altri, ma pur sempre ondeggiante, è
Gilbert Doctorow, il quale riferisce che a ondeggiare sono anche
gli esperti russi: a questi Trump ricordava infatti il Gorbaciov della
prima ora, ondeggiante tra falchi e colombe. Negli ultimi giorni l’associazione
di Trump a Gorbaciov ha però assunto un altro significato, quello di due uomini
che verosimilmente hanno posto fine a due guerre, la prima fredda, la seconda
calda, e a due alleanze. E la Cina che fa? si chiede Bernhard di Moon of
Alabama. La Cina forse ha smesso di fare le prediche (inutili) sul libero scambio
che arricchisce tutti (la teoria del win-win). Infatti, riferisce
Bernhard, a Monaco Wang Yi si è rivolto agli europei e ha proposto loro: perché
non realizziamo insieme la Via della Seta? Per la cronaca, nessuna risposta. A
proposito del risveglio cinese, va segnalato anche il discorso pronunciato
l’altro ieri dallo stesso Wang Yi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite. Nell’occasione il ministro degli Esteri cinese ha detto: non parliamo
solo di Ucraina, parliamo di Gaza. Già, parliamone, e magari pensiamo a soluzioni
più realistiche di quella dei due stati.