LA TECNOCRAZIA ECONOMICA AL POTERE di Andrea Fumagalli
Il discorso di
Vance è molto interessante e dice che l’Europa (come il re di Andersen) è nuda.
La democrazia in Europa come in Occidente è morta da lustri (se mai c’è stata).
È paradossale che a dirlo sia il vice presidente di uno stato che ha abolito la
democrazia sostanziale da anni. Fino a ieri esisteva almeno una democrazia
formale, che a parole si rifaceva a una qualche carta costituzionale, sempre
più stracciata. Oggi neanche questa. Credo infatti che da qualche anno siamo
entrati in una fase post-costituzionale, dove il neo autoritarismo si basa
sulla negazione dell’approccio costituzionale e della separazione dei poteri.
Con l’avvento delle piattaforme tecnologiche, come nuovo modello organizzativo
del capitalismo, salta completamente la separazione tra potere economico e
potere politico. Se il neo-liberismo aveva sancito la supremazia del potere
economico di mercato sul potere politico dello stato, comunque demandando allo
stato alcuni compiti regolativi o deregolativi (flessibilizzazione del mkt del
lavoro, difesa formale della concorrenza - antitrust, autonomia fiscale, ecc. -),
oggi con il duo Musk-Trump, il potere politico viene annullato e la politica è
direttamente svolta dalla tecnocrazia economica che governa e comanda le
piattaforme digitali. Vance lo
conferma, dicendo che il nuovo sceriffo (populista) predilige deportazioni e remigrazioni
e vuole libertà d’azione e detassazione per le piattaforme tecnologiche, in
nome di un illusorio recupero dell’egemonia unipolare USA. Obiettivo destinato,
comunque, al fallimento.