PACE E DOMINIO
di Romano Rinaldi
Leggendo
le ultime notizie sulla ricerca di una pace duratura da parte delle due
superpotenze nucleari fino a ieri su fronti opposti ed oggi “inspiegabilmente”
alleati e concordi nell’attuazione di un vero e proprio “spoil system” (ovvero
la spartizione delle spoglie) di quello che resta dell’Ucraina, mi è tornata in
mente l'ultima frase del mio articolo di lunedì 17 febbraio, (https://libertariam.blogspot.com/2025/02/blasfemia-sui-generis-di-romano-rinaldi.html?m=1) dove
avevo scritto "Forse è ancora presto per dirlo, ma assomiglia di più a un piano
diabolico piuttosto che a un disegno di nuova armonia tra le moltitudini umane
che popolano il pianeta Terra". Infatti, era un forse. Temo che ci
stiamo avvicinando rapidamente alla mia fosca previsione. D’altra parte,
"The trump of doom" significa la tromba del giudizio universale...
Molti e non solo americani, hanno cominciato a soffiarci dentro a perdifiato. È
ora ben chiaro che in questo nuovo “mondo all’incontrario” la finzione e la
realtà si equivalgono e la verità è una delle tante opzioni, dato che
l'opinione di ciascuno deve essere considerata come una verità. È il nuovo
principio della libertà democratica che ci ha da poco insegnato il
Vicepresidente americano e che a suo giudizio, l’Europa non ha ancora imparato;
e sicuramente c’è da biasimarla, non foss’altro, almeno per questo!
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Trump in Riviera a Gaza...
Ricapitolando: prima che la Russia
rientri nel pieno possesso del territorio e delle anime perse dell’Ucraina, gli
US devono assicurarsi un contratto indelebile per lo sfruttamento delle risorse
minerarie, naturali, ecc. di quel vasto ed ora inospitale territorio
(attenzione anche al parallelo con la “Riviera di Gaza”). A quel punto gli US
si saranno assicurati una risorsa valutata in diverse centinaia di miliardi di
dollari che useranno per costruire (o tentare di costruire) una difesa dagli
eventuali attacchi della Russia o di qualsiasi altro paese che adotti lo stesso
loro principio della regola del più forte (l’unica in vigore da ora in poi), e
salvare il loro territorio dall’aggressione. Questo è il cardine della nuova
idea di pace. Il modello, contenuto in uno degli ordini esecutivi della prima
ora, sarebbe quello di un “iron dome” simile
a quello che al momento protegge, bene o male, il territorio delle città di
Israele (ed ecco il secondo parallelo). Un territorio più o meno equivalente
all’area di Los Angeles e sobborghi. A prescindere dalla incommensuratezza tra
queste due realtà, purtroppo la regola degli armamenti da sempre dice che ad
una difesa bene organizzata potrà sempre essere trovata un’offesa che la
penetri. Inoltre, l’attuale supremazia tecnologica vantata dagli USA non è detto
che duri a lungo, visto l’impoverimento culturale imposto dalla miope visione
di questi “nuovi visionari” che hanno preso il potere a scapito delle
istituzioni democratiche del loro Paese e se la stanno prendendo soprattutto
con le istituzioni che producono conoscenza e cultura (Scuole, Università,
Istituti Scientifici e Culturali di casa loro e sparsi per il mondo, ecc.) in
quanto fucine del libero pensiero. E poi, se si tratta di soldi, visto che
l’amministrazione americana può vantare un sodalizio ferreo con le realtà e le
persone più ricche del pianeta, che bisogno c’è di ricorrere alle presunte
ricchezze di un territorio tanto lontano e in casa d’altri? Forse ora è più chiaro
a quale pace duratura stanno aspirando i nostri? Certo, la pace perpetua:
pax domini!
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