Alcune testate
hanno raccolto le nostre sollecitazioni in merito alle recenti notizie relative
alla Palazzina Liberty, La Repubblica, Altreconomia, MilanoToday e Metroregione
(Radio Popolare). Ci sono state diverse dichiarazioni da parte dell’assessore
alla cultura Tommaso Sacchi, senza aggiungere nulla di nuovo, anzi, è rimasto
in diversi casi sull’ambiguo, il confuso, il non detto. Permangono incertezze
sui tempi: Sacchi dice che la Palazzina riaprirà entro l’estate; significa a
giugno o a settembre? Parla genericamente di aperture di attività durante
l’estate. Viste le continue dilazioni, un’indicazione chiara sarebbe
necessaria. I costi restano ancora un’incognita, con oscillazioni sconcertanti
e non motivate: Sacchi indica circa 1 milione di euro per il 2025, ma come si
giustifica il fatto che nei preventivi iniziali si arrivava a un complesso di
circa 5 milioni, ora ridotti a 4, di cui 1,8 e 1,1 nei prossimi due anni? I
lavori riguardano il solo piano terra, come dichiarato a “MilanoToday”. Vero,
ma è una mezza verità: si tace sulla riabilitazione, necessaria e gravosa, dei
locali sotterranei, che il preventivo iniziale indicava come molto rilevanti.
Oltretutto, nel sotterraneo sono presenti i servizi igienici, che evidentemente
condizionano la piena funzionalità del pianoterra, la cui riattivazione è
prevista appunto in tempi più brevi. Un guazzabuglio, insomma, senza capo né
coda. Ma il buio più profondo e preoccupante continua a restare quello che
grava sulla gestione: la Palazzina, nelle parole dell’assessore, resta “patrimonio
legato esclusivamente alla città, quindi all’ente pubblico”, ma subito dopo
chiarisce che “chiaramente potrà essere concessa agli operatori culturali della
città, a seconda delle iniziative che vengono proposte”. Una resa completa alla
discrezionalità delle proposte dei privati, insomma. La regia pubblica resta
puramente formale, una scatola vuota. Mancano indicazioni progettuali e
d’indirizzo sui settori preferenziali, sugli ambiti di fruizione (musica?
teatro? che altro?), sull’approccio (produzione d’eccellenza? corsi popolari?
che altro?). In assenza di questo, come si sostanzia e si giustifica una seria
ed efficace gestione pubblica, garantita dal Comune? Non ci siamo, assessore
Sacchi. Così non va. Proseguiremo la mobilitazione e la controinformazione,
anche con interventi pubblici. Comitato
Palazzina Liberty bene comune