Firenze. Ieri all’incontro dei tecnici di RFI
con la cittadinanza del quartiere Campo di Marte le prime ammissioni: lo scavo
delle gallerie ha provocato danni agli edifici sottopassati. L’ingegner Fabrizio
Rocca nell’illustrare i lavori del Passante AV ha riconosciuto che sono state
fatte circa quaranta segnalazioni di danni agli edifici: “danni lievi,
fisiologici per un’opera del genere”. Ecco, è soprattutto il riconoscimento dei
danni “fisiologici per un’opera del genere” che offende la memoria dei tanti
cittadini che erano preoccupati per i loro appartamenti; quelli che avevano
dubbi vennero sedati con dosi massicce di dichiarazioni tranquillizzanti sulla
sicurezza di questi lavori con mezzi tecnici modernissimi. Oggi queste
dichiarazioni ufficiali dei dirigenti di RFI e del Consorzio Florentia
(l’esecutore del Passante) dimostrano che i cittadini sono condotti, con il
paravento di un linguaggio tecnico volutamente oscuro, ad accettare ciò che poi
si dimostra sostanzialmente falso. Giusto per non passare da bugiardi
ricordiamo uno dei tanti articoli dove la camomilla veniva versata generosamente: “la
talpa è programmata per esercitare una pressione tale da prevedere una perdita
di volume dello 0,4% e il suo percorso sarà monitorato costantemente. Qualora
ci accorgessimo che produce subsidenze superiori a quelle previste, verrebbe
ritarata per rimodulare la pressione”. “Dunque” - conclude Rocca - “i soli edifici
sul tracciato che restano in classe di rischio medio sono due”. Era il
3 giugno 2023, le parole del rappresentante RFI erano formalmente
corrette, dire che pochi edifici erano a rischio “medio” era
giusto, ma non si dicevano quali erano questi rischi e si facevano
dimenticare quelli medio bassi e bassi; soprattutto il linguaggio tecnico
faceva percepire che non ci si doveva preoccupare e tutto veniva
riassunto nel titolo tassativo: Tav Firenze, gli ingegneri: “Sul
tracciato della talpa solo due edifici a rischio crepe”.L’aspetto
comunicativo è stato sempre preminente per far ingoiare alla città un progetto
che sta razziando 3 miliardi e creando una dannosa rottura di carico
(grave difficoltà ad accedere alla mobilità fiorentina). Certamente nessuno
parlò due anni fa di danni “fisiologici per un’opera del genere” come si
fa oggi per mimetizzare i problemi. Tutti i fautori dei tunnel - dai politici
in Regione Toscana e Comune di Firenze fino ai dirigenti di RFI - hanno
sostanzialmente mentito agli abitanti della città nel minimizzare i rischi,
talvolta addirittura negandoli. Tutto questo, al di là della qualità dei danni
provocati, mina ancora di più la credibilità delle istituzioni, della politica
e del sistema imprenditoriale legato alle grandi opere. La gravità o meno dei
danni è comunque un parametro molto vago; certamente davanti a crolli di
edifici come si sono avuti in altri luoghi, crepe nei muri o solai e pavimenti
saltati o stanze inagibili, sono poca cosa. Per chi subisce il danno non è
così.
Da
quanto ascoltato nella assemblea non è emerso un altro dato che è
potenzialmente più grave di quanto sta avvenendo: la stabilità degli edifici
nel tempo è compromessa, in che misura? Stuccare una crepa o rifare un
pavimento non rimedia eventuali danni strutturali. I silenzi passati e quelli
presenti non assolvono questa opera faraonica, sostanzialmente inutile per il
sistema dei trasporti (si possono separare i flussi dei treni anche senza
tunnel) e dannosa per la mobilità fiorentina. Gli abitanti sono, come sempre,
in attesa delle prossime dichiarazioni tranquillizzanti di RFI e del trionfale
panegirico dei tunnel che verrà pronunciato dal Presidente Eugenio Giani. Comitato No Tunnel TAV
Firenze 338 3092948