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venerdì 28 febbraio 2025

TAV


Anche le ferrovie riconoscono danni agli edifici


Firenze. Ieri all’incontro dei tecnici di RFI con la cittadinanza del quartiere Campo di Marte le prime ammissioni: lo scavo delle gallerie ha provocato danni agli edifici sottopassati. L’ingegner Fabrizio Rocca nell’illustrare i lavori del Passante AV ha riconosciuto che sono state fatte circa quaranta segnalazioni di danni agli edifici: “danni lievi, fisiologici per un’opera del genere”. Ecco, è soprattutto il riconoscimento dei danni “fisiologici per un’opera del genere” che offende la memoria dei tanti cittadini che erano preoccupati per i loro appartamenti; quelli che avevano dubbi vennero sedati con dosi massicce di dichiarazioni tranquillizzanti sulla sicurezza di questi lavori con mezzi tecnici modernissimi. Oggi queste dichiarazioni ufficiali dei dirigenti di RFI e del Consorzio Florentia (l’esecutore del Passante) dimostrano che i cittadini sono condotti, con il paravento di un linguaggio tecnico volutamente oscuro, ad accettare ciò che poi si dimostra sostanzialmente falso. Giusto per non passare da bugiardi ricordiamo uno dei tanti articoli dove la camomilla veniva versata generosamente: la talpa è programmata per esercitare una pressione tale da prevedere una perdita di volume dello 0,4% e il suo percorso sarà monitorato costantemente. Qualora ci accorgessimo che produce subsidenze superiori a quelle previste, verrebbe ritarata per rimodulare la pressioneDunque - conclude Rocca - i soli edifici sul tracciato che restano in classe di rischio medio sono due. Era il 3 giugno 2023, le parole del rappresentante RFI erano formalmente corrette, dire che pochi edifici erano a rischio “medio” era giusto, ma non si dicevano quali erano questi rischi e si facevano dimenticare quelli medio bassi e bassi; soprattutto il linguaggio tecnico faceva percepire che non ci si doveva preoccupare e tutto veniva riassunto nel titolo tassativo: Tav Firenze, gli ingegneri: Sul tracciato della talpa solo due edifici a rischio crepe”. L’aspetto comunicativo è stato sempre preminente per far ingoiare alla città un progetto che sta razziando 3 miliardi e creando una dannosa rottura di carico (grave difficoltà ad accedere alla mobilità fiorentina). Certamente nessuno parlò due anni fa di danni “fisiologici per un’opera del genere” come si fa oggi per mimetizzare i problemi. Tutti i fautori dei tunnel - dai politici in Regione Toscana e Comune di Firenze fino ai dirigenti di RFI - hanno sostanzialmente mentito agli abitanti della città nel minimizzare i rischi, talvolta addirittura negandoli. Tutto questo, al di là della qualità dei danni provocati, mina ancora di più la credibilità delle istituzioni, della politica e del sistema imprenditoriale legato alle grandi opere. La gravità o meno dei danni è comunque un parametro molto vago; certamente davanti a crolli di edifici come si sono avuti in altri luoghi, crepe nei muri o solai e pavimenti saltati o stanze inagibili, sono poca cosa. Per chi subisce il danno non è così.

Da quanto ascoltato nella assemblea non è emerso un altro dato che è potenzialmente più grave di quanto sta avvenendo: la stabilità degli edifici nel tempo è compromessa, in che misura? Stuccare una crepa o rifare un pavimento non rimedia eventuali danni strutturali. I silenzi passati e quelli presenti non assolvono questa opera faraonica, sostanzialmente inutile per il sistema dei trasporti (si possono separare i flussi dei treni anche senza tunnel) e dannosa per la mobilità fiorentina. Gli abitanti sono, come sempre, in attesa delle prossime dichiarazioni tranquillizzanti di RFI e del trionfale panegirico dei tunnel che verrà pronunciato dal Presidente Eugenio Giani.
 
Comitato No Tunnel TAV Firenze
338 3092948