Il caso
della “chat” (Signal) usata dai più alti gradi dell’Amministrazione USA per
prendere decisioni collegiali e scambiarsi informazioni relative ad una
incursione aerea e bombardamento con missili e droni in territorio Yemenita,
viene vissuto in tutto il mondo pensante con incredulità e sconforto. Se questo
è il livello di serietà professionale che alberga nelle menti di coloro che
detengono uno dei due poteri armati più temibili nel pianeta, non c’è da
sentirsi molto tranquilli. Ora proviamo a mettere in fila alcune delle dichiarazioni
dei diretti interessati, incluso il comandante in Capo, riguardo l’episodio. La
chat era denominata “Houthi PC small group”. Prima dichiarazione: “Non
c’era nulla di segreto nelle comunicazioni finite per errore in possesso di un
giornalista”. Considerazioni: Ammesso che sia
vero che non ci fosse nulla di segreto nei piani di incursione armata in un
paese “straniero”, viene comunque ammesso un errore, non certo fatto dal
giornalista che viene incluso nella “chat” a sua completa insaputa. Senza voler
rimarcare che per molto meno, una ex segretaria di stato e candidata alle
elezioni poi vinte dall’attuale Presidente nel suo primo mandato, fu oggetto di
richieste perentorie da parte del medesimo di arresto e galera immediata. In
quel caso infatti veniva citata una regola ferrea, nelle comunicazioni tra
figure ufficiali dello Stato nell’esercizio delle loro funzioni; l’assoluta
proibizione di usare canali privati di comunicazione ai quali possano accedere
estranei. Cosa che evidentemente non riguarda la presente compagine
governativa.
Seconda dichiarazione: “Quel
giornalista e la sua rivista non hanno alcuna credibilità e diffondono per
abitudine notizie false. In ogni caso la missione ha avuto pieno
successo”. Lo sfregio alla logica di queste due affermazionipuò
essere facilmente individuato da uno scolaro della 1^ media. Da notare che il giornalista in
questione, sua sponte, aveva evitato di diffondere buona parte delle
comunicazioni ricevute, dopo averne verificato l’autenticità con le fonti e
dopo averle informate di esserne venuto in possesso contro la sua volontà.
Tuttavia, avendo recepito le dichiarazioni di non sussistenza di alcuna
segretezza decideva, in base alla logica più elementare, di diffondere il testo
completo, tranne alcuni nomi, bontà sua, che gli parevano “sensibili”. Terza dichiarazione: “Nessun
piano di guerra o dettagli di attacco aereo sono stati diffusi attraverso la
chat.”. Questo è il testo di una delle
comunicazioni diramate nella chat dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth, svelate
dalla rivista: “Ore 11.44 a.m. ET (antimeridiane orario costa Est) le
condizioni atmosferiche sono favorevoli, abbiamo confermato con il Comando
Centrale il via libera alla missione”.
Poi seguono i dettagli dell’attacco
che si svolgerà da lì a un paio d’ore. “Ore 12.15: Lancio degli F-18
(primo assalto). Ore 13.45: Inizio finestra di attacco del primo assalto degli
F-18 (il bersaglio terrorista si trova nel posto noto, l’attacco dovrebbe
essere in tempo – lancio contemporaneo di droni di attacco (MQ-9s). Ore 14.10:
Ulteriore lancio di F-18 (secondo assalto). Ore 14.15: Droni di attacco sul
bersaglio (questo è quando le prime bombe definitivamente cadranno, bersagli
definiti in precedenza). Ore 15.36: Inizia il secondo assalto degli F-18 –
vengono anche lanciati dal mare i missili Tomahawk. Altri attacchi seguiranno
nella sera. Domani vi informerò sui risultati dell’operazione.” La reazione (sorpresa) del
Comandante in Capo a una domanda di un giornalista: “Ma come vi salta in
mente di tirare in ballo Hegseth in questa faccenda? Lui non c’entra proprio
nulla con questo. È la solita caccia alle streghe!” Logicamente le parti di questo
scritto che riportano i miei commenti sono opinabili per antonomasia ma ogniuno
può farsi l’idea che ritiene più opportuna riguardo il caso nel complesso. Le
conclusioni alle quali arriverà potrebbero essere utili per una autovalutazione
del livello di senso critico posseduto dal lettore. Una considerazione mi viene
spontanea. Pensando all’immane sforzo e le considerevoli spese che dovette
sostenere il governo britannico durante l’ultima Guerra per arrivare a violare
i codici di trasmissione delle armate del Führer, è più che evidente che questa
amministrazione americana tenda a sforbiciare ogni sorta di spese inutili e
forse proprio per questo ha istituito un apposito dipartimento denominato DOGE
al comando del quale ha messo l’uomo più ricco del pianeta.
A proposito del mercantilismo
imperante nell’attuale amministrazione USA, un altro passaggio della chat è
degno di nota. Il vice-presidente, all’inizio della “conversazione” (Ore 8.45)
ventila una sua opinione, confortata da altri interlocutori, secondo cui un
intervento USA per garantire le rotte marine che portano al Canale di Suez,
andrebbe per solo il 3% a vantaggio degli USA ma per ben il 40% a vantaggio del
traffico europeo. È quindi logico aspettarsi dall’Europa, la solita sanguisuga,
un cospicuo rimborso per questa costosa operazione. Al che, il segretario alla
difesa Hegseth risponde: “VP (vice presidente, ndr): concordo pienamente il tuo
disgusto per come l’Europa si approfitta di noi, è patetica”.
Peccato che dalla Marina Militare
Italiana giunga una rapida precisazione: “Le nostre unità navali stanno già
operando da parecchi mesi nella zona per garantire la libera navigazione di
ogni mercantile di qualunque Paese, prevenendo e respingendo gli attacchi di
ogni entità terroristica che tenti di ostacolarne la navigazione.” Da notare che il vice presidente
americano è la stessa persona che si è recata in Groenlandia per avanzare le
note pretese americane su quel territorio in base a un pretesto di sicurezza
nazionale. Sicurezza che certamente non riguarda quel territorio di pertinenza
di una nazione europea, la Danimarca. Ce ne sarebbe più che a
sufficienza per uno show da circo, non certo la commedia dell’arte!