DUE FOCOLARI
di Angelo Gaccione
Sono stati diversi gli intellettuali di origine ebraica a dire
di non credere più nello Stato ebraico, e che Israele “è
diventato oggi dannoso per gli ebrei”. Da noi non se ne trova traccia sui
giornali, ma Peter
Beinart si è spinto fino a parlare di bancarotta morale di Israele. Se posso
aggiungere un tassello anch’io, direi che il governo israeliano si è coperto di
disonore agli occhi del mondo intero, e il metodo di colpire alla cieca
adottato contro la popolazione civile inerme palestinese, premeditatamente, deliberatamente,
lo ha reso alle nostre coscienze spregevole come le orde hitleriane. Beinart ha
preso le distanze dallo stato ebraico con queste parole: “Dopo
generazioni, gli ebrei hanno concepito lo Stato ebraico come un tikun (il termine, di origine biblica, significa
“riparazione”), un rimedio, un mezzo per superare l’eredità del genocidio.
Ma ciò non ha funzionato. Per giustificare l’oppressione dei palestinesi da
parte nostra, l’idea di uno Stato ebraico ha richiesto che vedessimo in loro
dei nazisti (…) Il vero tikun risiede nell’uguaglianza, in un
focolare ebraico che sia anche un focolare palestinese. Solo aiutando i
palestinesi ad avere accesso alla libertà noi ci libereremo del peso del
genocidio”. La macelleria condotta dal governo e dall’esercito (mai
generalizzare superficialmente accusando l’intera popolazione israeliana,
altrimenti si corre il rischio di essere additati anche noi disarmisti italiani
come responsabili dell’invio delle armi nei teatri di guerra deciso dal governo
e dal Parlamento contro la nostra volontà) forse ha distrutto per sempre l’idea
che era stata di tanti: due popoli due Stati. Personalmente ho sempre scritto e
detto che a questa formula andrebbe aggiunto l’aggettivo plurale disarmati.
Senza questa misura non ci sarà mai pace, anche se di Stati se ne creeranno due.
Ma dove trovare un’autorità morale tanto credibile per questo scopo?