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venerdì 21 marzo 2025

E LE PULZELLE ITALICHE STANNO A GUARDARE!
di Luigi Mazzella


 
 
Mare fuori è un serial della RAI che avuto molto  successo e che è giunto alla sua quinta stagione: racconta le vicende dei giovani chiusi nell’istituto penitenziario minorile di Napoli con un’ottica molto particolare che a qualche recensore, decisamente critico, è parsa come una giustificazione della delinquenza giovanile. Certamente la storia narrata si iscrive nello pseudo, italico “buonismo” di doppia matrice (ugualmente falsa) cattolica e comunista che tante gravi, nocive  offese ha portato al buon senso e all’intelligenza di persone pur di un certo livello culturale. A voler essere più clementi, si può dire che il tentativo è quello di narrare, (più che di “giustificare”) descrivendo con sufficiente profondità le ragioni  che, nella vita familiare, possono determinare frustrazioni (personalità “ingombranti” e prevaricanti di nonni,  genitori o fratelli, insuccessi scolastici ripetuti o rinfacciati con eccessiva durezza) che generano negli adolescenti punte di rabbia, di ostilità, di odio e di rancore che possono sfociare in gesti criminali, spesso motivati dalla voglia (molto spesso, come tale ostentata) di difendere i deboli e gli indifesi. Il successo ottenuto dalla cruenta saga dei Ricci e dei Di Salvo in spietata lotta di camorra (con morti atroci di giovani vite) è stato favorito anche dal momento folle che l’Italia (con l’intera Europa), purtroppo, sta attraversando in questi anni per i rigurgiti di aggressività e di violenza bellicista prodotti prima dalla guerra russo-ucrania e poi da quella tra Israele e Palestina.
Come nelle storie di Mare fuori non sono mancati, negli ultimi anni,  giovani e meno giovani frustrati che si mostrati desiderosi di impegnarsi attivamente per correre in soccorso delle parti ritenute più deboli e ritenute vittime di una aggressività nemica “propagandata” da fake news difficili da smentire a causa dell’ignobile asservimento, presso che generale, del sistema mass-mediatico a poteri occulti (detti eufemisticamente “Deep State”). Le piazze italiane sono state “teatro” di manifestazioni dove  grandi assenti erano il raziocinio e il buon senso. Persone adulte, mature, spesso anziane, che si erano imposte regole di moderazione per conquistare il consenso dei cittadini, hanno lanciato grida ingiuriose e offensive, palesando istinti bellicisti fino a tale momento ben nascosti. Qualcuna di esse ha persino confessato di essersi recata (anche più volte) sul fronte di guerra, probabilmente con un coltello tra i denti come gli “arditi del Duce”.
E la follia collettiva europea, purtroppo,  appare tutt’altro che in via di esaurimento, anche dopo un primo, significativo segnale di pace dato da Putin e Trump, uomini politici che dimostrano di avere la testa sul collo.
Mentre queste due maggiori autorità politiche dell’Occidente, con la benedizione papale, sembrano impegnate nella ricerca di una pace difficile ma ritenuta possibile, i politicanti “frustrati” (probabilmente per vicende familiari, come i giovani protagonisti di Mare fuori) in un’Unione Europea, sostanzialmente inesistente, parlano di riarmo, rispolverando vecchi e sopiti sogni di egemonie napoleoniche e hitleriane. In particolare la “pulzella di Bruxelles” (dal cognome Albrecth, prima dell’assunzione di quello del marito) aspira alla rinascita di una nuova “Grande Germania” (che, in verità, non ha mai portato troppo bene all’Europa).
Domanda: E le nostre pulzelle? Dopo essersi scambiate di posto come le stelle di Cronin, stanno a guardare; non tralasciando di cimentarsi in arzigogoli lessicali. Nemo plus dat quam ipse habet!