Come corollario
alle riflessioni che mi ha suscitato la frase amletica: “C’è del metodo nella
sua pazzia” e il relativo dubbio (amletico) sulla possibilità di ribaltare
quella frase (c’è della pazzia nel suo metodo), nell’articolo pubblicato
venerdì 14 Marzo(https://libertariam.blogspot.com/2025/03/ce-del-metodo-in-questa-pazzia-di.html?m=1), penso
sia opportuno rendere un po’ più esplicito l’argomento economico-commerciale appena
sfiorato in chiusura di quell’articolo. Un aspetto che mi sembra
interessante è la spiegazione della genesi dell’imposizione di dazi sulle merci
in entrata negli USA dal Canada. La spiegazione fornita dal segretario di stato
Marco Rubio è stata questa: “In una conversazione tra il premier Trudeau e
il Presidente, alla menzione della possibile imposizione di dazi sugli scambi
commerciali tra i due paesi, il premier rispose che questo avrebbe azzoppato
l’economia canadese. Al che il Presidente rispose: allora perché non trasformi il
Canada nel 51° Stato dell’Unione?”. Da quella semplice conversazione il
Presidente passò alla perentoria richiesta in quel senso, basandosi
semplicemente sul fatto di aver trovato un punto debole nell’interlocutore.
Questa è la politica del “deal” (transazione) à la Trump. Altro che “New deal”,
è un metodo vecchio come il cucco. Trovi un punto debole? Affonda il coltello.
Un boss mafioso potrebbe apparire un apprendista. Non a caso il nostro si è
fatto le ossa con una serie televisiva intitolata appunto “The Apprentice” (L’Apprendista)
col quale ha raggiunto la notorietà presso il grande pubblico oltre 20 anni fa.
Ed ecco anche la rivalità che ha sentito nei confronti di Zelensky, accusandolo
di essere un comico mediocre in riferimento alla serie televisiva che rese
quest’ultimo popolare in Ucraina, interpretando la parte dell’oppositore al
sistema di corruzione vigente nel suo Paese. Insomma, siamo proprio alle
chiacchiere da bar sui programmi televisivi più popolari. Però con un impatto
gravissimo sull’esistenza di molti milioni di persone. Un altro aspetto è degno di nota.
Tutto questo gran baccano sull’imposizione di dazi negli scambi commerciali,
soprattutto contro i paesi “amici”, ha causato dei profondi moti altalenanti
nelle Borse di tutto il mondo. A chiunque è ben nota la regola più elementare
degli scambi finanziari: compra col ribasso, vendi col rialzo. Tuttavia, le
dinamiche del mercato non sono facilmente prevedibili, sicché ci si deve
affidare a qualche esperto. Ma quale miglior esperto di chi è in grado di provocare
queste fluttuazioni? È il classico uovo di colombo, no? Peccato che le regole
del capitalismo e dei mercati finanziari assegnino a questo tipo di
comportamento un crimine molto severamente punito dalla legge. Si usa il
termine inglese: “Insider trading” ovvero abuso di informazioni privilegiate.
In altre parole l’uso illecito di informazioni non (ancora) a disposizione del
pubblico per ottenere un illecito vantaggio nel mercato dei titoli di Borsa. Ma
sai com’è e come non è, avrebbe detto un famoso comico italiano di molto
tempo fa… C’è chi pensa addirittura che il repentino calo di valore del titolo
Tesla, possa aver fornito una enorme possibilità di guadagno al suo
proprietario, il Sig. Musk. Stesso discorso vale per tutti gli altri oligarchi
saliti intorno al trono dell’Apprendista, non certo degli sprovveduti in tema
di transazioni finanziarie. Insomma, per utilizzare la famosa frase di un
notissimo politico italiano del secolo scorso: a pensar male si fa peccato…
ma il più delle volte ci si azzecca.