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mercoledì 5 marzo 2025

LA DEMENZA SENILE DELL’OCCIDENTE   
di Luigi Mazzella



Chi  nega la tesi spengleriana sul “tramonto” inevitabile  e la mia teoria sul “cancro” da cui la parte di mondo da noi abitata  sarebbe affetta (id est: una mentalità contrassegnata da credenze religiose e/o  da utopie politiche fortemente e negativamente condizionanti   del pensiero che, per l’effetto, non può mai essere considerato  né libero né razionale)  dovrebbe almeno ammettere che, dopo oltre duemila anni di vita (peraltro agitata e non tranquilla), l’Occidente cominci a dare segni di demenza senile.


Vediamone qualche esempio:
1) Intoccabilità dell’Europa.
Varie voci di Autorità, anche importanti dell’Unione Europea, hanno stentoreamente detto e ripetono con frequenza: “l’Ucraina non si tocca perché è Europa” senza aggiungere che anche la Russia lo è e senza ricordare che le guerre tra Paesi Europei (sante o laiche che fossero) raccontate nei libri di Storia sono state veramente tante e terribilmente durature e mai esecrate con parole di condanna. Certo: il dubbio che più che di demenza senile si tratti di ignoranza crassa è più che lecito con la classe politica che l’Occidente si ritrova (per noi Italiani, il ricordo delle gaffes geografiche di Luigi Di Maio, plurincaricato nel Governo è indelebile). Lo stesso dubbio può aversi per il secondo esempio che riguarda un argomento, per me scontato, ma che ho motivo di ritenere di difficile condivisione da parte di fideisti e fanatici delle due ideologie di pari e simile assolutismo e di uguale inflessibile “buonismo” di sentimenti.



2) L’integrazione degli immigrati.     
Leggendo i libri di Storia, si apprende che il problema in Occidente non esisteva prima che ebrei e cristiani emigrassero nei territori dell’impero romano.
Dalla lettura di un interessante libro di uno studioso inglese Tom Holland: Pax, guerra e pace nell’età dell’oro di Roma, Mondadori editore, si desume chiaramente che nell’Urbe precristiana l’accettazione senza remore e limiti di chi non era originario di Roma era la norma. Essa è considerata da Plinio il Vecchio, originario di Como, come un segno inconfondibile del ruolo civilizzatore dell’Italia. Pochi decenni dopo di lui, Traiano e Adriano,entrambi ispanici, divennero imperatori. La visione di quegli uomini “liberi” si estendeva anche agli Dei e alle Dee da essi creati: divinità di altri Paesi e parti del mondo entravano “senza passaporto” nell’Olimpo, situato per giunta sulla Terra e facilmente accessibile anche senza l’aiuto dei razzi (oggi cari a Elon Musk). È allora molto verosimile che il rifiuto di integrazione sia attribuibile alla religione cattolica che, come quella ebraica, vedeva negli infedeli (islamici e altri popoli barbari) i nemici di Dio da annientare e distruggere. Non a caso, nel Medio Evo i Saraceni (al grido d’allarme degli Italiani del tempo di: mamma, li Turchi!) erano accolti con il versamento di olio bollente dalle finestre di case costruite, non a caso, in modo da formare stretti vicoli. E il versamento era opera anche di rappresentanti del gentil sesso: pie e devote fedeli del Signore. Oggi il vento, sulla base delle attività di navi ONG volute e probabilmente sorrette e finanziate dai Democratici Statunitensi per destabilizzare i Paesi Europei, è cambiato. E quegli stessi credenti nelle verità assolute che imponevano di “bandire” gli immigrati, oggi, in nome del connubio Cristo-Marx (peraltro smentito da Papa Francesco in un’intervista) hanno fatto un clamoroso “dietro-front”, e sono diventati alfieri di quell’integrazione un tempo odiata.



3) La politica come casa di vetro.
Non so se Trump abbia mai letto le “tirate” di Norberto Bobbio ma sull’insidia dei poteri occulti ne doveva sapere certamente più di lui, per esperienza diretta e personale nel suo precedente mandato presidenziale. Certamente da Bobbio e dalla sinistra mondiale Donald ha mutuato l’idea della “Politica come casa di vetro” e, credendo verosimilmente di far cosa buona e saggia, ha voluto rendere “visibile” il potere esercitato nelle stanze ad hoc (invitando nella stanza ovale della Casa Bianca tra alte autorità statunitensi in cravatta e abito scuro uno Zelensky che si è presentato all’incontro “di vertice” nella consueta “polo” da lui supponentemente considerata “la sua divisa di guerra”). Apriti cielo! Come, di consueto, l’Occidente europeo, legato a filo doppio al Partito Democratico di Biden e degli Obama, cambiando idea in nome di asseriti ben altri e apoditticamente pretesi “alti principi”, è insorto con veemenza. Sotto il profilo medico, c’è chi ritiene che alla demenza senile e alle punte rabbiose che può raggiungere, non c’è rimedio.