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martedì 4 marzo 2025

LA GUERRA NELLE MISSIONI DI PACE   
di Luigi Mazzella


 
Rifiutando il raziocinio e il pensiero libero dalla  suggestioni  inevitabilmente fuorvianti di credenze utopiche e come tali irrazionali, è difficile sfuggire alle insidie delle false propagande religiose o ideologiche e delle ipocrisie che necessariamente ne conseguono. In altre parole, l’Occidente, con la cosiddetta “cultura” che si è data non può che vivere sotto il manto protettivo del “fake” più denso e fuorviante. Per quanto riguarda l’Italia la prova più folgorante di tale affermazione è data dall’articolo 11 della nostra Costituzione e da tutta la normativa connessa e conseguente della legislazione relativa alla guerra. 

Naturalmente, a favorire il successo delle “mistificazioni” italiche, anche le più grossolane, contribuiscono in pari misura i “beoti” e i “furbi sedicenti dottori sottili” di casa nostra che, in misura crescente, gli uni per gli effetti del sovraffollamento del Pianeta, gli altri per la loro  generale “dipendenza” dal “Consorzio spionistico, militare e finanziario” costituito intorno al Partito Democratico degli Obama e dei Biden, contribuiscono, gli uni e gli altri, alla rovina di un Paese che, quanto meno nella sua parte centro-meridionale aveva dato all’umanità menti lucide e perspicaci. I “beoti” avevano letto nel “ripudio della guerra” solennemente sancito dall’articolo 11 della Costituzione una sorta di proclama stentoreo ed univoco di neutralità del “Bel Paese” come chiara e autentica essenza di uno Stato costituzionale “vero”, e si erano sentiti confortati dal fatto che anche l’art. 78 e l’art.87 della stessa Carta fondamentale prevedevano, rispettivamente, per lo stato di guerra una delibera del Parlamento e una proclamazione formale e solenne della stessa delibera da parte del Presidente della Repubblica, fermo restando il sacro dovere del cittadino di difendere la patria sancito dall’articolo 52 Cost. in caso di violazione dei confini nazionali. 



I “furbetti”, ispirati dalle “teste di uovo” del Partito Democratico Statunitense e Plurinazionale, avevano subito dato la loro interpretazione che annullava il valore di tutti i disposti sopra citati (ripudio della guerra, delibera parlamentare, dichiarazione formale del Capo dello Stato, difesa del “patrio suol”) ammettendo la giuridica possibilità dell’Italia, sempre in base al dettato costituzionale, di potere aderire, senza osservare le prescrizioni citate, a scelte belliche decise da altri (preferibilmente, si può desumere: organizzazioni internazionali) per garantire la pace e la giustizia tra le Nazioni. Detto in soldoni: la guerra si può fare a patto di non usare tale termine e di chiamarla “missione di pace”. È possibile immaginare un’ipocrisia più manifesta?