Il fenomeno dell’associazionismo, in
America del Nord, piu’ che in altri Paesi dell’Occidente, si è manifestato, a
seconda del livello culturale dei partecipanti,in forma di “sette” o di “gangs” (Scorsese
docet). Ciò è avvenuto negli ultimi decenni anche a livello politico, dove
il cosiddetto “partito” ha ceduto il passo ad altre forme di aggregazioni
umane. Il cambiamento più significativo si è avuto, però, a livello di
politica dei vertici.L’iniziativa l’ha presa il Partito Democratico dei Clinton, Obama,
Biden. In primis, esso è divenuto, per l’operato della CIA
all’estero, “transnazionale” e “Occidentale tout court”. In secondo
luogo, esso si è trasformato in una sorta di “banda”
(gang), arroccata intorno ai Servizi segreti (NSA, CIA e deviati), al
Pentagono dei Militari, ai circoli dei Diplomatici di carriera, dei Finanzieri
di. Wall Street e dei Costruttori di armi.Conseguentemente il Partito Repubblicano,
scontata l’ostilità delle Istituzioni patrie di natura pubblica, ha scelto di
collegarsi con l’alta industria privata dell’hi-tech e con il mondo
delle criptovalute.Gli effetti del cambiamento non si sono fatti attendere.Tutte le forze partitiche siano esse
di destra, di centro o di sinistra si sono assuefatte all’idea che, senza
toccare sommi principi di economia, devono distribuire in giro, nella
popolazione degli elettori, un po’ di sussidi, bonus, redditi variamente
denominati. È caduto di colpo anche l’inganno delle ideologie (messe
tutte nel miscelatore per utilizzarne degli estratti) e dell’intero linguaggio
politico, usato in venti secoli nel vecchio (e poi nel nuovo) Continente, da
sciamani sedicenti intrisi di impalpabile “spiritualità” e da politicanti
venditori di fumo e di elisir di economico benessere. Resta sempre
difficile dire che gli abitanti dell’Occidente piamente devoti e
politicamente passionali siano scomparsi o divenuti consapevoli della
falsità e dell’artificio di tutte le intense “emozionalità” vissute in più di
venti secoli. È decisamente da escludere, altresì, che siano divenute
palesi le bimillenarie macroscopiche, violente e folli aberrazioni della
cosiddetta “civiltà Occidentale: distruzione di biblioteche (ad
Alessandria) e falò di libri (nella Germania nazista), intolleranze religiose
(dovunque), genocidi per motivi di razza e tratta degli schiavi (pellerossa e
neri in America), crociate contro gli “infedeli” (nella
cosiddetta “Terra Santa”), stermini e riduzione in schiavitù di
Aztechi, Maya, Inca (in Centro America),
colonialismi per “donare” la fede e procurare carestie (Sud America:
Caraibi, Asia: Filippine, Africa: Nord, Centro, Sud), guerre
variamente sante (tra religioni diverse con l’aggiunta di eresie, scismi et
similia), rivoluzioni, definite “salvifiche” (fasciste con Olocausto e
Lager e/o comuniste con assassini di massa e gulag). Eppure ancora
oggi, nel terzo millennio, non c’è la convinzione del danno fatto all’Occidente
e al Pianeta intero da cinque “credi” (religiosi e ideologici) assolutistici e
intolleranti, da fandonie (in realtà “pallonare” ma dette,
eufemisticamente, “utopiche”) credute per vere e considerate
giustificatrici di massacri disumani.
Ciò dà inevitabilmente la
prova di una scarsa intelligenza e di un’ostinata testardaggine di chi dimostra
di non essersi avveduto che tutte le parole usate dai membri di ogni religione
(da quelle monoteiste a quelle dei Lama e altre consimili) hanno mirato
solo all’arricchimento pecuniario degli alti sacerdoti e che quelle adoperate
dagli uomini politici hanno mascherato il loro desiderio incontrollabile di potere, con
artifizi vari e utilizzando come specchietti per
allodole gli schermi delle ideologie. Un vantaggio del cambiamento vi sarà
certamente nel linguaggio: chi, imperterrito, continuerà a usare,
credendovi o fingendo ancora di credervi, termini obsoleti e divenuti
insipidi, continuando a parlare di “neoliberismo selvaggio”, di
“neoconservatorismo di destra”, di “solidarietà umana di sinistra (socialista,
comunista o socialdemocratica)”, e di “carità religiosa” e così via
dimostrerà solo di essere incapace di “maturare e crescere”, togliendosi il
prosciutto dagli occhi.
P.S. sull’attualità. Venendo ai
giorni nostri, oggi l’Occidente registra il primo tentativo di fermare la
guerra russo-ucraina, motivata in modo opposto dalle rispettive propagande. Per
chi, a dispetto di ogni inevitabilmente contraddittoria motivazione, ama solo e
comunque la pace, è un giorno fausto. La domanda è: Se Krusciov e JF
Kennedy riuscirono a fermare il Pianeta sull’orlo del baratro,
riuscirà la stessa encomiabile impresa a Putin e a Trump che
sembrano intenzionati a valersi dell’“uso di ragione”, a fronte dei
violenti e aggressivi “stupri dialettici”, consumati in televisione
(quindi coram populo) da “personaggetti” (direbbe: De Luca)
politici italiani, in vena di manifestare, senza pudore, le loro personali o
familiari frustrazioni?