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giovedì 6 marzo 2025

L’ITALIA NEUTRALE
di Luigi Mazzella
 


La guerra è nemica della cultura e i criminali sono i governanti


La scelta dei luoghi che dovrebbero costituire i “siti del cosiddetto Patrimonio dell’Umanità”, culturale e artistico ma anche naturale e paesaggistico, non può essere affidata, con buona evidenza, al solo Occidente e peggio ancora ai rappresentanti di una cultura eurocentrica, quale si desume che sia quella dominante nell’UNESCO. Oltre tutto porre sullo stesso piano di distruttività, come fa quell’organismo, i conflitti armati (che derivano dalla stupidità e malvagità umana) e le condizioni climatiche (legate a fattori cosmici) è piuttosto sconcertante. Ciò d’altronde non esclude che i dati fin qui elaborati possano risultare confermati in una più ampia e diversa sede internazionale ove siano presenti non solo funzionari pubblici europei ma anche operatori privati nel settore del turismo mondiale. Anche sul problema dell’individuazione dei siti più pregevoli e importanti da sottrarre al pericolo di distruzione, le idee correnti in Occidente sono ritenute, a livello mondiale, piuttosto confuse e non sfuggono a critiche anche serrate. Per ciò che riguarda l’Italia, la cui primazia nel globo sembra essere universalmente riconosciuta (non solo quindi dall’UNESCO) sia per le bellezze artistiche sia per quelle naturali, ritengo che sia proprio la legislazione nazionale a essere carente sotto il profilo della prevenzione dei pericoli di distruzione la cui gravità maggiore è data, senza ricorrere a inutili ipocrisie, dai conflitti armati.  
Ergo: la prima, evidente responsabilità è quella dei rappresentanti del popolo in Parlamento e dei Governanti che non rendono la protezione adeguata a difendere un “bene” collettivo di inestimabile valore. Per preservare un patrimonio di tale ricchezza culturale e paesaggistica la neutralità del Paese in qualsiasi tipo di guerra che non sia chiaramente e indiscutibilmente difensiva è una priorità necessaria e ineludibile che non può essere ancora ignorata a lungo. Ed è l’unica via possibile dopo che, cervelloticamente, non si è voluto tenere nel debito conto l’argomentazione secondo cui la NATO, traendo la sua ragion d’essere politica dalla necessità di difendersi dall’eventuale aggressione dei Paesi del Patto di Varsavia, avrebbe dovuto sciogliersi con il crollo dell’Unione Sovietica e con la conseguente caduta e fine del Patto. Pur essendo fondata su una logica rigorosa sul piano consequenziale la tesi è stata del tutto disattesa dall’Occidente, patria dell’irrazionalità più assoluta.
Domanda: Che fare? In primis, partire dalla constatazione che l’articolo 11 della Costituzione è solo un inganno perpetrato a danno degli Italiani con l’uso della roboante espressione terminologica “ripudio della guerra”. Si tratta di uno specchietto per allodole con l’insidia nascosta nei “distinguo” criptici (se non subdolamente mascherati) dello stesso articolo. Come poi è stato, invece, molto chiaramente enunciato nell’articolo 117 della stessa Carta fondamentale nella versione in vigore dal 2014 in poi. E ciò imponendo il rispetto oltre che della Costituzione (peraltro, ovvio) dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. È qui che casca l’asino e la guerra “ripudiata” nell’articolo 11 ritorna nell’italica alcova con l’articolo 117 della stessa  Costituzione. Naturalmente la filiale italiana del Partito Democratico Transnazionale dei Biden e degli Obama, per bocca della Schlein (che pure, da mezza svizzera dovrebbe conoscere i vantaggi della neutralità), farebbe fuoco e fiamme. I “Democratici” mondiali (uniti dalla CIA e dai servizi deviati) non vogliono allontanare l’Occidente da quel cupio dissolvi che consegue all’irrazionalità della sua forma mentis e al suo legame alla “cultura di guerra” (e di morte) uscita sconfitta dalle urne elettorali americane. Fortunatamente, la vittoria di Trump ha cambiato le carte in tavola ed una neutralità italiana potrebbe anche garantire al Bel Paese di non finire nella sacrosanta lista dei reprobi guerrafondai!