Ennio Bencini. Le visioni metafisiche
della bellezza
“Sono tante le etichette o le
definizioni che vari critici d’arte hanno dato negli anni all’arte di Ennio
Bencini: “Spirituale”, “Metafisica”, “Simbolica”, “Tetrista”, “Sacra”,
“Mistica”, “Polimaterica” e “Visionaria”.
La luce sofianica della Bellezza Tutte in parte vere e tutte aderenti a
singoli periodi o tematiche affrontate dall’artista, ma c’è un filo conduttore
e un’energia sotterranea che ha fatto da piattaforma etica, ideologica ed
emozionale a tutti i suoi lavori ed è l’amore per l’arte e la luce sofianica
della bellezza che infonde ai suoi lavori un’aura e una forza visionaria e
metafisica, un’energia vitale senza confini. La sua idea di bellezza però non è
mai fine a se stessa, ma è una sorta di bellezza funzionale all’etica ed al
respiro estetico dell’uomo. Bencini riesce a dare un’anima alla materia e
materialità alla luce, al suo senso di ascesi mistica e spirituale,
padroneggiando tecniche e stili diversi in un’armonia compositiva di rara
bellezza, sino a far diventare i suoi lavori dei veri “reperti estetici”.
La cultura del “reperto estetico” La sabbia nera dell’Elba
diventa un tappeto spirituale per eclissi esistenziali; le “pietre” di
Cortona diventano nelle sue mani scudi araldici di bellezza primordiale e
chiave architettonica per portali estetici; I suoi “cancelli” dorati
sono cattedrali di luce nel deserto dove i suoi simboli giocano la partita a
carte con la vita e le sue “nature morte”, altari estetici che celebrano
la bellezza dell’arte. Così come nel pensiero teologico, la creazione è
autorivelazione della sofia divina della Trinità, Bencini declina in modi laici
e sacrali insieme la sua azione culturale in cui la creazione artistica va
intesa e praticata in modo molteplice e simultaneo: l’arte è materia, l’arte è
pensiero, l’arte è rivelazione. Donato
Di Poce Ennio
Bencini. Le visioni metafisiche della bellezza I
Quaderni del Bardo Ed. Lecce, 2025.