Negli anni successivi alla
Repubblica di Weimar, non solo in Germania ma in tutto il mondo, si assiste ad
una rapida discesa del movimento culturale espressionista provocato dalle
disillusioni degli avvenimenti bellici e postbellici. Si avverte l’esigenza di
mostrare la vita quotidiana nelle sue miserie, di parlare della guerra e delle
sue conseguenze, come ci ricorda il titolo di un famoso dipinto ad olio su tela,
del 1638, del pittore fiammingo Rubens, che ho avuto modo di ammirare dal vivo
presso Palazzo Pitti a Firenze qualche anno fa. Tale urgenza di guardare alla
realtà nella sua oggettività, nota come Neue
Sachlichkeit (Nuova oggettività), emerge in particolare nelle attività
teatrali degli anni venti-trenta di significativi drammaturghi del novecento
tra cui Bertolt Brecht, Thomas Mann e Erwin Piscator. Nei drammi brechtiani, tra cui annovero i Lehrstücke (Drammi
didattici), composti attorno agli anni 30, il drammaturgo tedesco fa confluire
tutto il suo pensiero marxista fondato sul materialismo storico, concependo la
messa a nudo di una struttura sociale basata unicamente sul denaro e sugli
interessi di classe: la sua teoria del teatro epico, antiaristotelico e
dialettico, mira principalmente a non far immedesimare lo spettatore nella vicenda
rappresentata ma a mobilitarlo sul piano intellettuale col tentativo di
suscitare stupore di fronte all’artificiosità delle convenzioni sociali,
utilizzando l’elemento drammatico attraverso l’effetto di straniamento o Verfremdungseffekte, espressione mutuata
dallo studio brechtiano del marxismo. Nel 1933, con l’ascesa del potere nazista, Brecht è costretto
a fuggire in esilio nella città danese di Svendborg, città che dà il nome alla
sua silloge di poesie Svendborger
Gedichte (Poesie di Svendborg), pubblicate nel 1939dopo aver lasciato la Danimarca. Di seguito vi propongo la
traduzione di una delle poesie della silloge in questione: General, dein Tank ist ein starker Wagen (Generale, il tuo carro armato è un mezzo potente): lo
stile è asciutto, scarno, semplice, non vi è alcuna traccia di nebulosità o
virtuosismi linguistici; mediante anafore, assonanze (si legga a tal proposito
nel testo originale, nella seconda strofa, la triade: stark-schneller- Sturm) e un discorso paratattico, Bertolt Brecht
ci invita a riflettere sulla duplice natura distruttivo-costruttiva della
razionalità di cui è forgiato l’uomo; da un lato il genere umano ha compiuto
progressi nella tecnica, dall’altro, con la stessa, è capace di provocare
orribili stragi dei suoi simili. La lirica di Svendborg è un invito urgente a
riflettere sulla Pace e ad agire nel Bene dei popoli in funzione di essa.
Generale, il tuo carro armato è un mezzo
potente.
Generale, il tuo carro
armato è un mezzo potente. Abbatte una intera foresta e schiaccia centinaia di uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo cacciabombardiere è potente. Vola più veloce di una tempesta e trasporta molto più di un
elefante ma ha un difetto: ha bisogno di un tecnico. Generale, l’uomo è molto utile. Sa volare e sa uccidere ma ha un difetto: Sa riflettere.