UN
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE di
Salvatore Borsellino
Salvatore Borsellino
Èstato approvato dal consiglio dei ministri quell’attentato ai principi della
nostra Costituzione noto come “Decreto Sicurezza”. È una cosa di una gravità
estrema, è un decreto e quindi entra immediatamente in vigore dopo la sua
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, si esclude anche il Parlamento, anche
se dovrà da questo essere approvato entro sessanta giorni, e purtroppo mi
risulta che sia stato già controfirmato dal Presidente della Repubblica. Il
presidente del Senato, al quale cieravamo rivolti, ha rifiutato di ascoltare
l’associazione dei familiari delle vittime che dell’operato dei servizi sono
state le prime vittime e purtroppo anche il successivo appello alla presidenza
della repubblica è rimasto senza risposta. Quello che fino ad oggi hanno fatto
questi servizi, come l’istigazione e la partecipazione alle stragi, sarà oggi
coperto dalla legge. Dovranno
risponderne solo al capo del governo. È peggio dell’Ovra e del ventennio
fascista. Questo stesso presidente del consiglio, a cui viene data la facoltà
anche di autorizzare componenti dei servizi a guidare associazioni
terroristiche e commettere omicidi, ha detto che il provvedimento è stato
emanato come decreto e non discusso in parlamento per questioni di urgenza e
per rispondere alle aspettative dei cittadini. Ma quei cittadini che sono stati
colpiti non solo come cittadini di questo stato ma anche nei propri affetti, i
rappresentati delle associazioni dei familiari di vittime di stragi e di
assassini non sono stati neppure ascoltati, nonostante avessero chiesto di
esserlo, sia dalle commissioni parlamentari sia dal Presidente della
Repubblica. Mi
vergogno di essere cittadino di uno stato guidato da un sistema di potere che
si sta rivelando peggiore del regime fascista. Non
ne ho le prove e nessuna sentenza lo ha finora mai affermato con sicurezza, ma
sono fermamente convinto che questi servizi a cui viene oggi data, per legge,
la facoltà di delinquere e di uccidere, sono quelli che hanno partecipato alla
preparazione e all’esecuzione delle stragi di Via D’Amelio e di Capaci, e non
soltanto di quelle. E credo anche che mio fratello, negli ultimi giorni della
sua vita se ne fosse reso conto e per questo sia stata affrettata l’esecuzione
di quella strage e sia stata sottratta la sua agenda.