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giovedì 1 maggio 2025

INATTUALITÀ DELLA NATO
di Luigi Mazzella



 
 
È contestato solo dai suoi fautori più oltranzisti, portati all’offesa più che alla difesa il fatto che la NATO ha fatto il suo tempo! Essa è stata voluta, nel 1949, dagli Stati Uniti d’America, in primis, e poi da altri Paesi dell’Occidente; e ciò per una duplice paura: a) la minaccia della guerra fredda, aggravata dalla presenza del Patto di Varsavia del 1955 e b) l’espansione de Comunismo per effetto dell’avanzamento dell’Unione Sovietica.
Oggi: 1) La Guerra Fredda è generalmente considerata conclusa tra il 1989 e il 1991, con l'implosione del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica; 2) Il Patto di Varsavia si è sciolto, essendo finita lacontrapposizione politica, ideologica e militare tra l’Occidente e l’Unione Sovietica; 3) Il Comunismo è solo nei programmi di qualche partito politico Occidentale, nostalgico del marxismo e portato agli estremismi (che sono in pari misura di destra e di sinistra, perché originati dalla stessa matrice filosofica teutonica di fine Ottocento).
Orbene, i napoletani che hanno normalmente una buona attitudine psicologica, utile per capire la gente, non a caso, nella “smorfia” hanno dato il numero 90 (la punta più alta nel gioco del lotto) alla “paura”. 



E di paura in Occidente vivono i “guappi di cartone” (come dicono sempre a Napoli): ve ne sono molti in Europa tra gli esponenti della classe politica. Questi governanti (al tempo stesso versipelle e guasconi) dopo l’attacco sferrato dalla Russia contro l’Ucraina dei battaglioni nazisti Azov di Zelensky per arrestare il genocidio di filorussi e russofoni nelle zone di confine ( e ciò a dispetto di ben due accordi sottoscritti a Minsk) hanno ritenuto di interpretare a modo loro l’articolo 5 del Trattato del Patto Atlantico.
Non essendovi, infatti, la condizione di un attacco contro uno Stato membro della NATO (che legittimava un intervento militare “difensivo”) hanno deciso, con un cavillo da “pagliette” di pretura di provincia, di poter sopperire all’invio di uomini (spesso del tutto privi di addestramento e soprattutto di volontà bellicosa) con la fornitura di missili, carri armati, aerei e bombe di ben più rilevante potenza distruttiva e di facile agibilità da parte di militari istruiti da Azov. Allo stato, dato che nonostante l’opposto orientamento degli Stati Uniti, per quei governanti “la guerra continua” (come per Badoglio, ai suoi tempi) quegli invii di armi altamente distruttive fatti di Meloni, Crosetto Macron & co, rappresentano un ostacolo evidente per una pace che alla Russia risulta non voluta dai Paesi Europei. 



Con buona evidenza, non si può firmare un trattato di pace se un co-belligerante, sia pure subdolamente mascherato, si sente e dichiara di essere tuttora in guerra. In realtà Trump dovrebbe seguire il suggerimento di Elon Musk non solo per l’abolizione dei dazi ma anche per l’uscita dalla NATO. È comprensibile che egli, probabilmente, intenda farlo dopo la sottoscrizione della pace in Ucraina, ma se il comportamento dei governanti europei (compresa la Presidente sedicente “sua amica”) ritarda quel momento, non credo che debba attendere molto tempo ancora prima di venire incontro al desiderio di pace (e finalmente di neutralità) che sembra prevalere ormai in un Occidente che ha già sofferto tanto per l’irrequietezza ricorrente e ciclica dei suoi governanti Europei.