Giorgia Meloni dovrebbe avere finalmente
capito che le ambiguità non pagano: piedi e scarpe vanno tenuti rispettivamente
al loro posto senza confusioni che rendono scomodo il camminare. La Presidente
del Consiglio, aspirante al titolo di premier (e non solo) per
legge della Repubblica, deve fare una sua scelta ben precisa e non
saltellare tra Ursula e Donald, come sta facendo, strizzando
alternativamente l’occhio all’una e all’altro. La “pulzella” italiana si
trova di fronte a due pretese “verità” che rappresentano la versione della
propaganda bellica delle due parti in conflitto in Ucraina. 1) L’una parla di “aggressione e
invasione russa” nell’intento di “divorare” i Paesi che facevano parte
dell’Unione Sovietica (e magari qualcuno di più). 2) L’altra sostiene che sono stati
violati molteplici accordi intervenuti dopo il crollo dell’Unione Sovietica che
prevedevano: a) la non estensione ai Paesi
dell’ex Unione della NATO, divenuta strumento di offesa e non di difesa dopo
l’annullamento del Patto di Varsavia; b) la non ricostituzione di Stati
nazisti dopo le ingenti perdite russe nella seconda guerra mondiale (la
presenza, invece, in Ucraina di battaglioni e milizie professanti il verbo di
Hitler sarebbe incontrovertibile); c) la tutela delle minoranze
filo-russe e russofone delle zone di confine ucraine (massacrate di botte,
invece, dalle milizie di Zelensky). Essendo stata, come Arlecchino,
“serva di due padroni”, la Meloni ha seguito: A) il primo (Joe Biden) fino al
punto di violare l’articolo 5 del Patto Atlantico, divenendo “co-belligerante”
di Zelensky e dissanguando il popolo italiano con l’invio di armi e altro a
milizie dichiaratamente neo-naziste; B) il secondo (Donald Trump)
tirandosi parzialmente fuori dal clima di furori bellici coltivati, invece, dai
Macron, Stamer, Von der Leyen, “volenterosi” per una guerra permanente
contro la Russia, dai loro Paesi odiata da sempre. Oggettivamente, la situazione in cui
è venuta a trovarsi l’italica Giovanna d’Arco non è facile. La Presidente si trova, forse del
tutto inconsapevolmente e contro la sua volontà, in guerra e
per il divieto posto da Trump ai Paesi Europei di partecipare alle trattative
di pace si troverà a permanere in tale stato, nella logica della
cobelligeranza e in compagnia di Macron, Stamer, Von der Leyen anche
dopo l’eventuale firma di un trattato di pace tra Putin e Zelensky; e ciò con
le armi acquistate dalle industrie americane per effetto del “riarmo” europeo
da lei votato. Domanda:Capirà, alla fine, in che situazione
s’è cacciata e mollerà tutti i co-belligeranti, soprattutto i più
rodomonti e smargiassi (e compreso il suo battagliero Ministro di Cuneo) per
dare all’Italia la serenità di un popolo che di guerre ne ha fin sopra i
capelli e vuole vivere in pace con tutti, Russi compresi?