LE PRIME FRASI “STORICHE” DI
PAPA PREVOST di Luigi Mazzella
Tra le citazioni di frasi
pronunciate dal Papa neo eletto, ne ricordo due: 1) La prima
frase è: “la perdita della fede è un dramma esistenziale”. Essa, pronunciata da chi
lascia presumere la sua soddisfazione di non averla mai
perduta, pur volendo apparire come un’espressione generosa di comprensione per
una disgrazia altrui, appare, di primo acchito, apodittica, sfornita di prove
convincenti e smentita dal fatto che tra i pretesi “traumatizzati
psichici” vi sarebbero stati (e oso aggiungere: vi sarebbero) molti “geni”
dell’umanità universalmente riconosciuti e, per ciò che è noto, abbastanza
soddisfatti, se non felici della loro lucidità mentale.Papa Prevost, con buona
probabilità, nei luoghi dove ha vissuto e operato, non si è imbattuto in laici
autentici, non credenti e felici di essersi (a loro parere: intelligentemente) liberati
dal peso di un ingombrante bagaglio, ritenendolo colmo di fandonie irrazionali
e fantasiose e di avere riscoperto il gusto della conoscenza attraverso la
filosofia, quella vera degli antenati lontani della civiltà greco-romana, della
libertà di pensiero e d’azione più piena e della felicità di una vita
volta edonisticamente alla conquista della serenità, dell’equilibrio psichico,
dell’armonia con sé stessi e con gli altri, nonché, dulcis in fundo,
dell’amore e del coniugio, costruiti su profonde affinità psichiche e
mentali, pur senza benedizioni e odori d’incenso.I non credenti hanno seguito la sua
elezione al soglio pontificio con interesse e pur senza farsi soverchie
illusioni circa un avvicinamento della soluzione dei problemi realmente
importanti del consorzio umano che riguardano guerre distruttive e morti atroci;
odi sempre più feroci tra gli esseri umani soprattutto nella parte occidentale
del globo dove dominano la sua religione e le altre due monoteiste, oltre al
fascismo e al comunismo; aggressioni violente personali e collettive; aggregazioni
innaturali e forzate di gente con usi e costumi diversi che portano comunque
scompiglio in rapporti consolidati da secoli di convivenza sullo stesso
territorio; finanze statali dissestate e in profondo rosso, foriere
di incontri e scontri non sempre commendevoli; corruzioni diffuse; disordini
sociali e via dicendo. Gli “infedeli” si
arrogano anche il diritto di poter liberamente criticare il linguaggio
pregiudizialmente compiaciuto, zuccheroso, sdolcinato, mieloso che ha
accompagnato la sua elezione a Papa (a differenza di quanto molto più
compostamente avviene per ogni altro Capo di uno Stato estero). L’untuosità
non necessaria conduce, infatti, ai livelli più bassi la
prostituzione professionale e il servilismo espresso, scrivendo o concionando
in tivù, da gente che dimostra di non conservare neppure il ricordo di che
cosa possa significare vivere mantenendo la schiena dritta. 2) La seconda frase
esprime la tesi secondo cui le donne debbano essere tenute lontane dai
vertici ecclesiastici. Essa non ha sorpreso nessuno: costituisce,
purtroppo, solo l’ennesima prova di una visione ingiustificatamente
maschilista del genere umano (di cui pochi, anche se credenti e fedeli,
avvertivano il bisogno).
Per compensare il miele
sparso a piene mani dall’esercito dei laudatores, v’è il
veleno, altrettanto potenziato da contributo straordinario di new entry, del
battaglione mass-mediatico capitanato da una giornalista che più che
intervistare pretende di ricevere consensi alle sue idee che espone senza i
limiti di tempo (che impone agli altri partecipanti al talk show).
Forte del suo ruolo, la sua voce predomina su quella dei partecipanti e
raggiunge insolite note di altisonanza.E ciò nel tentativo ripetuto e
petulante di sospingere il neo eletto Pontefice a pronunciare frasi
contrarie all’odiato (da lei) Donald Trump e alla sua politica che, guarda
caso, è di pace, come quella di Papa Prevost.Un proverbio dice: Ride
bene chi ride per ultimo!