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martedì 27 maggio 2025

UNA MANIFESTAZIONE PER GAZA
di Franco Astengo
 



Sembra che la futuribile e possibile alleanza tra PD, AVS (e M5S e + Europa?) stia preparando una manifestazione nazionale di denuncia per gli orrori di Gaza. Una iniziativa che arriva sicuramente in ritardo e che non dovrebbe essere limitata all'Italia ma proposta a tutta le sinistra e ai democratici conseguenti a livello europeo come era già accaduto in passato ma al di fuori dall’ottenere risultati politici cogenti. Una manifestazione nazionale di denuncia per gli orrori di Gaza che, va ricordato, dovrebbe svolgersi nel corso della campagna elettorale per i referendum dove accanto ai temi del lavoro figura quella della cittadinanza che alla drammatica vicenda palestinese è oggettivamente molto legata: ragione in più per una riuscita dell’iniziativa e per propugnarne una identità che spinga favorevolmente l’esito referendario. Occorre una manifestazione che nei suoi contenuti propositivi non risulti generica ma affondi nella concretezza di una analisi che non possiamo mettere da parte. È stato scritto da diverse parti e ne riprendiamo il senso sintetizzando: limitandoci ad assistere a ciò che sta accadendo in Palestina finiamo spettatori di un esperimento in cui l’Occidente sta pensando a sé stesso in termini di pura crudeltà, legittimando idee di deportazione di massa, ignorando radici e legami, spostando a proprio piacere confini costruiti a tavolino e non certo decisi dai popoli. Non si deve costruire semplicemente un momento di solidarietà: è necessaria una manifestazione nella quale un ampio schieramento politico ponga il quesito su cosa oggi rappresenta il potere in Occidente e analizzi le possibili risposte per rilanciare subito un progetto politico. Un progetto politico che riguardi quel potere in Occidente che tende sempre di più a trasformarsi in un soggetto di coercizione che impedisce l’esercizio dei diritti fondamentali. Un potere quello della “crudeltà dell’Occidente” che vorrebbe vietare l’esercizio di diritti di uguaglianza davanti a una legge che li dovrebbe garantire. Esiste un’equivalenza sostanziale tra il progetto di deportazione dei palestinesi di Gaza e i centri di detenzione dei migranti in Albania cui guarda la stessa Unione Europea e alle deportazioni tentate e progettate dal regime USA. Così l’Occidente si allinea all’idea della negazione dei diritti accomunandosi con tante altre situazioni nell’Oriente e nel Sud del mondo. Si è scritto “una voce da fuori urla quello che ha deciso sul come far passare nel mondo migliaia o centinaia di migliaia o milioni di persone nel mondo. La possibile manifestazione italiana deve occuparsi di questo e non di meno: altrimenti resterebbe una sfilata di resa al silenzio di un’intera civiltà (o ex-civiltà?). Nell’occuparsi della sostanza del potere una manifestazione dovrebbe trasformarsi in un momento di costruzione di un progetto ideale e politico radicalmente alternativo in termini sistemici rispetto alla deriva che stanno percorrendo i governi dell'autocrazia; un’autocrazia già evidente, a Est come a Ovest a Nord come a Sud in una globale tensione anti-democratica che accompagna una modernità che non possiamo permettere sia rappresentata soltanto da un Potere che alla fine si conclude esclusivamente dentro sé stesso.