Il cancelliere Merz, il più idiota dei super-idioti europei, ha almeno il merito di
dire quello che pensa: noi stiamo con Israele non solo per mettere la parola
fine al programma nucleare iraniano, ma per bloccare l’esportazione del
terrorismo da parte di Teheran. Il discorso viene completato e ripulito degli
evidenti equivoci dalla neonazi Kallas che prima si nasconde dietro alla de-escalation
- una parola che serve per confondere le acque e le responsabilità,
ossia per non criticareIsraele; la legge internazionale, vedi il
post di El Baradei, già direttore dell’IAEA, va richiamata solo quando serve -
poi, in risposta a una domanda, chiarisce cosa si intende per terrorismo: il
sostegno alla Russia in Ucraina. L’appoggio a Israele contro l’Iran fa dunque
parte della guerra europea alla Russia - indebolendo l’uno si indebolisce
l’altra. Ai super-idioti va almeno riconosciuto di avere delle priorità, e
di perseguirle - detto per inciso, tra queste priorità non ci sono i
palestinesi. Fonte Bloomberg, Merz, lunedì, aveva anche previsto - previsione da
super-idiota - che entro la mezzanotte di ieri Trump avrebbe deciso l’attacco
all’Iran. Un’altra notizia di Bloomberg - una vera bomba - è l’affermazione
dello stesso Trump che le sanzioni danneggiano l’America! Sulla decisione
del presidente americano probabilmente grava ancora l’incertezza, però
possiamo essere certi che al suo posto una Kamala Harris, tanto per
fare un nome, avrebbe già dato il via alle ostilità. In attesa della
conclusione del processo decisionale, vanno notate le prime incertezze
del mainstream. France 24 si chiede: ma qual è il vero
obiettivo di Israele? Il “regime change” a Teheran è realistico? È però il WP a
mettere il dito nella piaga: le difese antiaeree israeliane sono inadeguate,
costose e sufficienti solo per una guerra che non duri più di due settimane.
Sulla stessa linea è Bhadrakumar che cita fonti russe. [Franco Continolo]
Il
Cancelliere Friedrich Merz afferma di aver parlato con il governo degli Stati
Uniti di un possibile intervento militare nella guerra tra Israele e Iran. Ha
anche elogiato i successi dell’esercito israeliano. Secondo il Cancelliere
Friedrich Merz (CDU), il governo degli Stati Uniti sta valutando un intervento
militare nella guerra tra Israele e Iran. “Ne abbiamo discusso, ma ovviamente
non c’è ancora una decisione da parte del governo degli Stati Uniti”, ha
dichiarato Merz a margine del vertice del G7 in Canada, in uno speciale di WELT
Talk con Jan Philipp Burgard, caporedattore del WELT Group. “Ora dipende molto
da quando il regime dei mullah sarà disposto a tornare al tavolo delle trattative.
In caso contrario, potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Ma dovremo aspettare
e vedere. Le decisioni saranno probabilmente prese nel prossimo futuro”. Merz
ha anche sottolineato i successi dell’esercito israeliano. Israele ha distrutto
“con grande successo” le strutture del programma nucleare iraniano. Oggi, si
potrebbe probabilmente dire: non ci sono armi nucleari in Iran. Ci sarà ancora “lo
stesso livello di finanziamento e sostegno al terrorismo globale da parte di
questo Paese”. Il regime dei mullah è “molto indebolito” e probabilmente non
tornerà alla sua precedente forza, ha affermato Merz. “Non tornerà a essere com’era
fino a giovedì scorso”. L’esercito israeliano ha dimostrato le sue capacità
negli ultimi giorni. Il futuro dell’Iran è incerto. “Noi europei ci siamo
offerti di fornire tutta l’assistenza diplomatica. Se, ad esempio, ci fosse una
ripresa dei colloqui diplomatici, saremmo pronti a partecipare”, ha affermato
Merz. Nell’intervista, il Cancelliere ha anche contraddetto il Presidente degli
Stati Uniti, che all’inizio del vertice aveva definito un grave errore l’esclusione
del Presidente russo Vladimir Putin dal formato. “Continuo a credere che l’esclusione
di Putin dal formato G8, come si chiamava all’epoca, dopo l’annessione della
Crimea, sia stata corretta”, ha sottolineato Merz. “Non siamo qui seduti in
questo formato con signori della guerra o criminali di guerra. Ed è per questo
che rimane il fatto che Putin non ha posto a questo tavolo”. (Trad. di Google)