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mercoledì 11 giugno 2025

ESITO E ALTERNATIVA
di Franco Astengo


 
Si ascoltano dichiarazioni più o meno strampalate attorno all’esito (negativo) del referendum. In realtà in un Paese sostanzialmente e tradizionalmente di destra (non rifaccio la storia) scivolato pericolosamente in un qualunquismo che lo ha governato (e lo sta governando). Ci troviamo in un quadro generale la cui cifra portante sembra proprio essere la guerra e allora è stato un grande azzardo cercare di affrontare temi di tale delicatezza come quelli del lavoro e della cittadinanza attraverso l'accetta del “sì” o del “no” (oltre a presentare la comoda via di fuga dell'astensione nella cui nicchia si è già rifugiato da tempo il 50% di un corpo elettorale fortemente rappresentativo della famosa “zona grigia”). Si è trattato di un azzardo ma anche di un atto di coraggio rivelatore di cui va dato atto ai promotori: rivelatore perché questo esito ci ha indicato con chiarezza che la via della costruzione di un’alternativa passa attraverso il ritorno ad una affermazione delconcetto di pedagogia politica: proprio di quell’esercizio della pedagogia politica che rappresentava uno dei tratti distintivi (forse il migliore) dell’antico PCI che dell’educazione di massa aveva fatto parte rilevante del suo lavoro di radicamento sociale nelle fabbriche e sul territorio. È non era soltanto pedagogia in funzione dell’ideologia. Sicuramente oggi c’è da fare i conti con il modello dei social-network e con la conoscenza calata dall'alto attraverso l’AI e ancora con tanti altri fenomeni della modernità che provocano contraddizioni per noi inedite ed anche difficilmente comprensibili. Tutto questo però parla di noi che siamo ancora qui: l’alternativa non sta nella larghezza o meno del campo (che pure rappresenta un fattore politico da non trascurare). Oggi l’alternativa sta nel delineare un progetto di società quel progetto di cui si è sentita tanto la mancanza proprio in questa campagna referendaria. Un progetto di alternativa che risulti parte integrante quale elemento fondativo della realtà quotidiana del singolo come del collettivo che dovrebbe essere chiamato a proporla, portarla avanti, farne oggetto dello scontro sociale. Scontro sociale e conoscenza quali prodromi necessari dell'agire politico e quindi della costruzione del  cambiamento.