“Odissea”
formula al prof. Rinaldi gli auguri più affettuosi per una totale e rapida
guarigione per averlo con noi più vitale e battagliero di prima. Da
due settimane questo è il panorama che vedo al risveglio ogni mattina. Mentre
osservo la terapia sgocciolare lentamente nelle mie vene mi si riaffaccia
questo motto, sepolto dal tempo del Liceo, dai molti significati per la mia
presente condizione e non solo.Come
primo pensiero c’è l’auspicio che quell’insistente sgocciolio riesca a
penetrate la metaforica parete di pietra che al momento mi separa dalla
condizione di salute e relativo benessere di cui godevo solo pochi giorni fa.
Il secondo significato, meno ottimistico, fa parte dell’eterna e onnipresente
dualità bene/male (giorno/notte, luce/buio, bianco/nero, paradiso/inferno,
Yin/Yang - Tao, ecc.) e la possibilità che la condizione, lasciata a sé stessa,
possa far avanzare la perfida natura del male che a poco a poco può prevalere
sul bene. Qui sta in effetti il significato della Medicina nel suo complesso,
con la ricerca di un equilibrio tra le due tendenze e il flusso ondivago che le
anima ben evidente tutto intorno a me, in questo luogo di sofferenza e di cura.Un terzo significato è del tutto personale
ed inerente la mia professione di esperto di minerali e rocce, di cui ho
studiato l’intima composizione chimica e le proprietà fisiche fino nei più
reconditi dettagli della struttura atomica che li caratterizza. Ecco che, a
quel livello, è ben evidente la forza messa in atto dall’apparentemente
insignificante goccia d’acqua, tuttavia dotata dell’enorme potere solvente
conferitole dalla polarità della sua molecola, unito alla forza di gravità che
imprime alla goccia un potere di penetrazione altrettanto efficace, pur se nell’arco
di un congruo intervallo temporale.A
proposito del male, inteso nel senso di dolore fisico, un recente episodio di
mancamento causato dal dolore fisico, mi ha offerto l’opportunità di ottenerne
un’esperienza quasi mistica con bellissime sensazioni di pace e beatitudine,
durante il seppur brevissimo intervallo di “incoscienza”; allorché tutto il
sistema va in protezione e il cervello non percepisce né impartisce più i
segnali da e per la periferia. A parte le logiche considerazioni sulla
meraviglia della fisiologia umana, quella breve ma intensa esperienza onirica è
stata indimenticabile, oltre che dal punto di vista personale, per i risvolti
storico-culturali, escatologici, di costume e del pensiero religioso. In
sostanza, la sensazione di estremo benessere dovuta alla totale assenza di
stimoli in entrata e in uscita mi ha offerto un seppur brevissimo affaccio su
ciò che a seconda dell’ambito culturale, può essere considerato estasi mistica,
nirvana o comunque si voglia chiamare una condizione di beatitudine terrena.
Qualcosa di simile a una piccola finestra su ciò che la nostra mente neuronale
può percepire come l’aldilà, dove la presenza dell’individuo è sentita con
estremo piacere e sollevazione da tutto quanto può esistere di negativo in noi
e intorno a noi.Volendo
riportare quanto detto finora all’attualità che sta là fuori, lascio la miriade
di considerazioni all’immaginazione dell’attento lettore. Per
parte mia vorrei proporne una soltanto, sullo stato evolutivo del nostro
cervello e in generale della specie umana. L’attuale stato di belligeranza che
va diffondendosi sul nostro bellissimo e unico pianeta di cui possiamo
disporre, imporrebbe a tutta l’umanità un uso conforme alla sofisticata e
complessa natura del cervello umano come è venuto ad evolversi almeno nell’arco
dell’ultima decina di migliaia di anni. Viceversa, l’affermazione di movimenti
di massa animati dall’egoismo di posizioni individualiste a livello personale e
sovraniste a livello nazionale, porta allo scontro armato e alla logica della
sopraffazione del più debole con la pretesa della salvaguardia dei propri
diritti. Tutta roba da tribù ultra primitive. Alla faccia dei diritti
fondamentali dell’Uomo, del diritto internazionale e del sacrosanto diritto all’autodeterminazione
dei popoli.