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mercoledì 2 luglio 2025

CARO DIRETTORE



A proposito dello svuotamento di tante zone d’Italia. 
 
Ho appena l’etto l’articolo. Terribile il destino riservato a questi posti. Sarebbe davvero bello se la ricerca e la bellezza potessero partire da lì. Grazie all’infinito.
Roberta Guccinelli - Lucca
 
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Bravo, il Sud muore e loro ci bevono su! Mors tua vita nostra…
Giuseppe Faragasso - Serricella, Acri
 



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Non solo il Sud! Ci sono villaggi in Liguria (conosco avendo una casa ad Apricale nell’entroterra di Ventimiglia e a Grimaldi al confine) dove mancano totalmente i servizi primari per quei pochi anziani rimasti. Però ci sono ristoranti (ad Apricale) per i ricchi stranieri che vengono a visitare o che hanno comprato casa. Tutto si fa per loro e niente per i vecchi residenti. A Grimaldi non c’è un negozio alimentare e nemmeno un bar. Il deserto. Poiché i ricchi che han comprato casa lì, possono scendere e fare la spesa. Ma gli anziani? Possono morire.
Gianna Caliari - Milano
 
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Sul declino delle aree interne vi è la stessa mentalità yankee delle riserve indiane! Teniamo conto anche di questa ideologia profondamente sporca e produttrice di rapporti servili e giustificanti soprattutto tra chi non è abituato a prendere posizioni morali intransigenti.
Antonio Lombardo - Orani, Barbagia di Ollolai
 
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Spopolamento, abbandono, desertificazione, degrado sono fenomeni che da tempo ho colto anch’io nelle mie zone montane. Tra Selva di Ferriere e Santo Stefano d’Aveto, tra l’alta val Nure e l’alta val d’Aveto, nell’Appennino emiliano-ligure, nella zona di confine tra le province di Piacenza, Parma e Genova. E sono davvero terribili a vedersi soprattutto da parte di chi conserva il ricordo di quelle zone ben altrimenti vive, tenute e abitate.
Franco Toscani
- Piacenza