CARO DIRETTORE
A
proposito dello svuotamento di tante zone d’Italia.
Ho appena
l’etto l’articolo. Terribile il destino riservato a questi posti. Sarebbe
davvero bello se la ricerca e la bellezza potessero partire da lì. Grazie all’infinito.
Roberta
Guccinelli - Lucca
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Bravo, il
Sud muore e loro ci bevono su! Mors tua vita nostra…
Giuseppe
Faragasso -
Serricella, Acri
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Non solo
il Sud! Ci sono villaggi in Liguria (conosco avendo una casa ad Apricale
nell’entroterra di Ventimiglia e a Grimaldi al confine) dove mancano totalmente
i servizi primari per quei pochi anziani rimasti. Però ci sono ristoranti (ad
Apricale) per i ricchi stranieri che vengono a visitare o che hanno comprato
casa. Tutto si fa per loro e niente per i vecchi residenti. A Grimaldi non c’è
un negozio alimentare e nemmeno un bar. Il deserto. Poiché i ricchi che han
comprato casa lì, possono scendere e fare la spesa. Ma gli anziani? Possono
morire.
Gianna
Caliari - Milano
*
Sul declino
delle aree interne vi è la stessa mentalità yankee delle riserve indiane!
Teniamo conto anche di questa ideologia profondamente sporca e produttrice di
rapporti servili e giustificanti soprattutto tra chi non è abituato a prendere
posizioni morali intransigenti.
Antonio
Lombardo - Orani,
Barbagia di Ollolai
*
Spopolamento,
abbandono, desertificazione, degrado sono fenomeni che da tempo ho colto
anch’io nelle mie zone montane. Tra Selva di Ferriere e Santo Stefano d’Aveto,
tra l’alta val Nure e l’alta val d’Aveto, nell’Appennino emiliano-ligure, nella
zona di confine tra le province di Piacenza, Parma e Genova. E sono davvero
terribili a vedersi soprattutto da parte di chi conserva il ricordo di quelle
zone ben altrimenti vive, tenute e abitate.
Franco
Toscani - Piacenza