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venerdì 25 luglio 2025

COLOMBIA E NATO
di Luigi Mazzella


Gustavo Pedro
presidente della Colombia
 
La missione impossibile degli Occidentali.
 
Quandoque bonus dormitat Homerus, la frase attribuita ad Orazio può estendersi anche all’antica e ben nota saggezza dei brocardi latini. Ve ne sono di mirabili, ma si vis pacem, para bellum è solo uno slogan propagandistico per guerrafondai d’antan. Può fare emettere gridolini di gioia ad alunni disattenti e privi di educazione classica ma nulla di più. Su di esso, però, gli yankee d’oltre Oceano hanno costruito un “reticolo” di misure in funzione pre-bellica che a volte viene ad essere noto ai “non addetti ai lavori” solo tardivamente e per caso. È il caso dell’annuncio del Presidente Petro sull’uscita della Colombia dalla NATO. Che ci faceva nella NATO la Colombia (formalmente la Repubblica di Colombia) che è uno Stato della Regione Nord-Occidentale dell’America Meridionale che s’affaccia appena sul Mar dei Caraibi che è parte dell’Oceano Atlantico ma che gravita, invece, prevalentemente sull’Oceano Pacifico? Si tratta di un Paese dell’America Latina divenuto noto al grande pubblico solo dopo che Netflix ha portato sullo schermo televisivo in un serial il capolavoro dello scrittore Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine. La comparsa sulla stampa della notizia della sua uscita dalla NATO ha fatto meno scalpore della constatazione che quel Paese fosse della NATO un “partner globale”, alias un alleato strategico del Patto tra Stati del Nord Atlantico come l’Afghanistan, l’Australia, l’Iraq, il Giappone, la Corea del Sud, la Mongolia, la Nuova Zelanda e il Pakistan.
La Colombia che rientra nell’America Latina, autoproclamatasi “zona di pace” con decisione assunta, nel 2014, all’Avana che ci faceva in un’alleanza cosiddetta “difensiva” da nemici non più esistenti (e identificabili, in un tempo ormai lontano, perché raggruppati nel cosiddetto “Patto di Varsavia”)? 


L’uscita annunciata dal Presidente Petro sembra voler essere soprattutto una rottura netta con la linea seguita dai precedenti governi colombiani. Se esso, rischia di generare contrasti, ciò avverrà solo a livello interno (nell’assemblea parlamentare e tra le forze armate locali e i servizi d’intelligence). A chi non crede allo slogan scoperto in età matura dalla nostra Presidente del Consiglio, dati significativi (non riconducibili, cioè, a problemi interni alla Colombia) riguardano:
1) il posizionamento geopolitico del Paese sudamericano che potrebbe orientarsi anche verso un distacco dall’alveo Occidentale e dagli Stati della Celac (Comunità latino-americana e caraibica) e avvicinarsi a Cina e Russia;
2) la critica aperta e senza reticenze del comportamento dei Paesi Occidentali accusati - secondo le parole del citato Presidente - di avere bombardato (sottinteso: crudelmente) civili (tra i quali, bambini) in scenari di guerra. 
Ora, a parte l’ovvio rilievo sul “pulpito” da cui proviene la predica, l’importanza che fa ritenere “secondaria” e insignificante l’uscita, deriva, a mio personalissimo giudizio, anche dal fatto che un abbandono della NATO da parte di un numero pure maggiore di membri sarebbe, comunque, del tutto insufficiente a salvare l’Occidente dal suo declino. Il cancro di cui è affetta la parte ovest del Pianeta è, a mio parere, nell’assenza quasi totale di un pensiero libero e incondizionato, nella dismissione “illacrimata” dell’uso della ragione (pur nella consapevolezza che esso distingua gli esseri umani dagli animali) e nella credenza di fandonie ritenute, pur in assenza di prove positive o peggio in presenza di prove negative contrarie, “verità assolute”.  È qui che casca l’asino, non come ritiene Trump sulle posizioni assunte, recentemente, da organismi internazionali come l’UNESCO!


Il pacifista toscano Claudio Fantozzi


Fascisti e comunisti, ma anche monoteisti convinti, non rinunceranno, mai, a credere in assiomi che hanno sempre improntato la loro vita e continuano a condizionare le loro scelte orientate all’odio e alla distruzione. È verosimile che, come in un famoso romanzo di Honoré de Balzac, quasi tutti gli abitanti dell’Occidente vedranno in punto di morte sfavillare croci, candelabri a sette fuochi, scimitarre, fasci con l’ascia e falci con il martello. Non c’è “chemioterapia logica” che tenga. Per evitare il disastro dell’Occidente, il quoziente intellettivo della massa dovrebbe raggiungere i livelli, a tacer d’altri di un Giacomo Leopardi, di un Woody Allen, di uno dei tanti grandi uomini di pensiero, antifascisti o degli ancora più rari anticomunisti.
Conclusione: “Mission impossible”.