Il
bicorno di Napoleone e le conversazioni nei manicomi. Quando,
com’è nel caso dei cinque fideismi e fanatismi Occidentali, le
convinzioni sono basate non su un meditato e sereno
ragionamento ma su insegnamenti apodittici, tumultuosi, ricevuti aliunde e
ritenuti, per una sorta di blocco mentale (e/o psicologico)
incontrovertibilmente “veritieri e inconfutabili”; quando frasi
propagandistiche, anatemi minacciosi e promesse illusorie (mai
realizzate, storicamente, nei fatti) tengono luogo di discussioni
approfondite; quando, come in un manicomio è ben difficile che una
discussione tra folli conduca a un approdo che possa considerarsi positivo in
direzione del cambiamento di opinione e dell’assunzione di un
diverso punto iniziale di partenza; quando i seguaci acritici di ogni
irrealizzabile utopia lasciano campo libero alle emozioni religiose e alla
passionalità politica, è difficile, se non impossibile, immaginare:
1) che
un ebreo, un cristiano o un islamico ammetta che il suo unico Dio sia lo stesso
e abbia gli stessi meriti e pregi del Dio unico degli altri due credenti
monoteisti; 2)
che un socialcomunista attribuisca i mali di cui soffre l’umanità ad altro che
non sia il capitalismo feroce del neo o del vetero liberismo, conservatore e
spietato negatore dei poteri del popolo e dei diritti della società civile; 3)
che un nazifascista non creda nella missione di un popolo guida (fuhrer)
destinato a garantire la salvezza del genere umano. Se
nessuno degli invasati delle cinque credenze esistenti nella parte ovest
del Pianeta si renderà mai conto che quanto sta avvenendo non è il risultato di
una distorsione di principi altrimenti nobili ma la conseguenza ineluttabile di
promesse ingannatrici di mete, ab initio, razionalmente
irraggiungibili (e valide, invece, solo per ottenere consensi da smarriti e
creduli quidam de populo) non v’è speranza alcuna di evitare l’avverarsi
della terribile profezia di Oswald Spengler: l’Occidente avrà un futuro
prevedibile e scontato.
E
difatti, una collettività invasata, acritica, credulona non può
accorgersi: a)
che essa ripete pedissequamente giaculatorie inventate da chi su di esse
ha costruito il proprio potere e la propria ricchezza (i Sacerdoti, gli Uomini
delle “Nomenclature” fasciste e comuniste); b)
che per effetto della mancata verifica delle loro falsità, essa, accecata
dall’odio reciproco ingenerato dalla loro irriducibile incompatibilità, ha
contribuito oggettivamente a produrre ecatombi di morti, di distruzioni
catastrofiche di cose e di città, di cosiddette civiltà; c)
che, ostinandosi a tenere gli occhi bendati, giorno dopo giorno, essa darà
il suo colpo di piccone per favorire il crollo dell’edificio in cui dimora. Domanda: che
fare per evitare la catastrofe e rimettere l’Occidente sulla strada della
razionalità? Risposta: occorrerebbe
percorrere a ritroso la strada che ha condotto l’Occidente da un sano uso
della logica orientato alla ricerca di modalità ottimali di vita,
personali e collettive, e fondato su conoscenze empiriche e
sperimentazioni, all’attuale stadio di scontro perenne e rancoroso di
fantasie immaginifiche dirette a rappresentare o un’idilliaca vita
terrena o un’eterna beatitudine ultra esistenziale. In
entrambi i casi, sarebbe la presenza della morte, propria o degli avversari, ad
assumere un ruolo determinante Conclusione
conseguente: per scongiurare il tramonto
dell’Occidente non v’è che scaraventare giù dalla finestra la “morte” che
vi è penetrata attraverso le porte dei suoi cinque irrazionalismi (la
“bella morte” con il coltello tra i denti: dei fascisti; quella di intere
generazioni per l’uguaglianza dei discendenti futuri: dei socialcomunisti;
quella che spalanca le porte dell’aldilà: dei fedeli dei tre
monoteismi mediorientali) e sperare nel trionfo della vita e della ragione! Domanda
ulteriore: “Missione impossibile” anche questa? Ai
miei lettori la risposta! Possibilmente motivata!