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sabato 26 luglio 2025

DOMANDE
di Luigi Mazzella



Il bicorno di Napoleone e le conversazioni nei manicomi.
 
Quando, com’è nel caso dei cinque fideismi e fanatismi Occidentali, le convinzioni  sono basate non su un  meditato e sereno ragionamento ma su insegnamenti apodittici, tumultuosi, ricevuti aliunde e ritenuti, per una sorta di blocco mentale (e/o psicologico) incontrovertibilmente “veritieri e inconfutabili”; quando frasi propagandistiche, anatemi minacciosi  e promesse illusorie (mai realizzate, storicamente, nei fatti) tengono luogo  di discussioni approfondite; quando, come in un manicomio è ben difficile che una discussione tra folli conduca a un approdo che possa considerarsi positivo in direzione del cambiamento di opinione  e dell’assunzione di un diverso punto iniziale di partenza; quando i seguaci acritici di ogni irrealizzabile utopia lasciano campo libero alle emozioni religiose e alla passionalità politica, è difficile, se non impossibile, immaginare:



1) che un ebreo, un cristiano o un islamico ammetta che il suo unico Dio sia lo stesso e abbia gli stessi meriti e pregi del Dio unico degli altri due credenti monoteisti;
2) che un socialcomunista attribuisca i mali di cui soffre l’umanità ad altro che non sia il capitalismo feroce del neo o del vetero liberismo, conservatore e spietato negatore dei poteri del popolo e dei diritti della società civile;
3) che un nazifascista non creda nella missione di un popolo guida (fuhrer) destinato a garantire la salvezza del genere umano.
Se nessuno degli invasati delle cinque credenze  esistenti nella parte ovest del Pianeta si renderà mai conto che quanto sta avvenendo non è il risultato di una distorsione di principi altrimenti nobili ma la conseguenza ineluttabile di promesse ingannatrici di mete, ab initio, razionalmente irraggiungibili (e valide, invece, solo per ottenere consensi da smarriti e creduli quidam de populo) non v’è speranza alcuna di evitare l’avverarsi della terribile profezia di Oswald Spengler: l’Occidente avrà un futuro prevedibile e scontato.



E difatti, una collettività invasata, acritica, credulona non può accorgersi: 
a) che essa ripete pedissequamente giaculatorie inventate da chi su di esse ha costruito il proprio potere e la propria ricchezza (i Sacerdoti, gli Uomini delle “Nomenclature” fasciste e comuniste);
b) che per effetto della mancata verifica delle loro falsità, essa, accecata dall’odio reciproco ingenerato dalla loro irriducibile incompatibilità, ha contribuito oggettivamente a produrre ecatombi di morti, di distruzioni catastrofiche di cose e di città, di cosiddette civiltà;
c) che, ostinandosi a tenere gli occhi bendati, giorno dopo giorno, essa darà il suo colpo di piccone per favorire il crollo dell’edificio in cui dimora.
Domanda: che fare per evitare la catastrofe e rimettere l’Occidente sulla strada della razionalità?
Risposta: occorrerebbe percorrere a ritroso la strada che ha condotto l’Occidente da un sano uso della logica orientato alla ricerca di modalità ottimali di vita, personali e collettive, e fondato su conoscenze empiriche e sperimentazioni, all’attuale stadio di scontro perenne e rancoroso di fantasie immaginifiche dirette a rappresentare o un’idilliaca vita terrena o un’eterna beatitudine ultra esistenziale.
In entrambi i casi, sarebbe la presenza della morte, propria o degli avversari, ad assumere un ruolo determinante
Conclusione conseguente: per scongiurare il tramonto dell’Occidente non v’è che scaraventare giù dalla finestra la “morte” che vi è penetrata attraverso le porte dei suoi cinque irrazionalismi (la “bella morte” con il coltello tra i denti: dei fascisti; quella di intere generazioni per l’uguaglianza dei discendenti futuri: dei socialcomunisti; quella che spalanca le porte dell’aldilà: dei fedeli dei tre monoteismi mediorientali) e sperare nel trionfo della vita e della ragione!
Domanda ulteriore: “Missione impossibile” anche questa?
Ai miei lettori la risposta! Possibilmente motivata!