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venerdì 18 luglio 2025

L’UOMO TRUMP  
di Luigi Mazzella


 
Il disorientamento prodotto dai suoi gesti e dalle sue dichiarazioni, ora giocose e irridenti, ora serie e minacciose, le sue retromarce innestate quando meno uno se le aspetta, la scarsissima considerazione da lui dimostrata per i leader politici europei (nessuno/a escluso/a, a dispetto delle apparenze), ripetuta in ogni utile (anche se inopportuna) circostanza, hanno impedito sinora di avere una immagine veritiera dell’uomo Trump e meno che mai dei suoi veri obiettivi politici. Per tentare di darne un accettabile identikit si possono immaginare ragionevoli risposte a ipotizzabili domande.
Prima domanda: è un pacifista? Certamente è un uomo di Stato che vuole la pace per il suo Paese di cui ha deciso di aumentare il benessere economico ma non sembra orientato nella stessa direzione per le guerre degli altri; soprattutto se aiutano lo smercio delle armi prodotte da industrie americane. Diciamo che è un pacifista “a senso unico” come dimostrano, nel tempo:  a) l’ordine del ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan che il Pentagono si rifiutò di eseguire; b) la resa alla Russia nella guerra contro l’Ucraina  in cui Biden aveva condotto il suo Paese, in violazione delle norme del Patto atlantico; c) la promessa vendita da parte dell’industria statunitense di armamenti ai super-beoti Europei che rinunciano anche alla gita di Pasquetta (v. Macron) pur di aiutare l’ex comico Zelensky ora capo dei battaglioni Azov.
In altre parole, Trump non si dissocia né da Eraclito, né da Aristotele né da altri filosofi Occidentali sulla necessità o inevitabilità della guerra, ma preferisce che siano altri a combatterla e a pagarla (e… sempre sia lodato quel fesso che ha pagato!  il canto delle osterie italiane gli risuona nelle orecchie).
Seconda domanda: è amico di Putin e di Netanyahu? Certamente non ama Zelensky e il suo seguito nazistoide anti-russo (e anti russofoni) né il terrorismo islamico nelle sue varie configurazioni di specialisti bombaroli e tagliagole. Ma da qui a dire che abbia un “debole” per l’autocrate del Cremlino e il massacratore di Gaza ci corre. Li considera, probabilmente, il male minore in due zone in preda a odi ineludibili ora ideologici ora religiosi.
Terza domanda: perché disprezza tanto i leader europei? Perché: bene a ragione, li considera i padri di tutte le guerre sul Pianeta, comprese le due mondiali. L’irrazionalità religiosa e ideologica del Vecchio Continente (e del vicino Medio Oriente) è stata e continua a essere fonte di contrasti insanabili e di conflitti catastrofici in tutto il mondo. È all’origine delle guerre cosiddette sante, delle evangelizzazioni (colonizzazioni) forzate e non richieste, dei genocidi e dei massacri anche interni per motivi di fede o di ideologie politiche utopiche.
Conclusione: Non è tutto Trump ma come dice Tonio nel Prologo de “I Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo: Il concetto vi dissi. Or ascoltate, com’egli è svolto! Andiam, incominciate