L’UOMO
TRUMP
di Luigi
Mazzella
Il
disorientamento prodotto dai suoi gesti e dalle sue dichiarazioni, ora giocose
e irridenti, ora serie e minacciose, le sue retromarce innestate quando meno
uno se le aspetta, la scarsissima considerazione da lui dimostrata per i leader
politici europei (nessuno/a escluso/a, a dispetto delle apparenze), ripetuta in
ogni utile (anche se inopportuna) circostanza, hanno impedito sinora di avere una immagine veritiera dell’uomo Trump e meno che mai dei suoi veri
obiettivi politici. Per
tentare di darne un accettabile identikit si possono
immaginare ragionevoli risposte a ipotizzabili domande.
Prima domanda: è un pacifista? Certamente è un uomo di
Stato che vuole la pace per il suo Paese di cui ha deciso di aumentare il
benessere economico ma non sembra orientato nella stessa direzione per le
guerre degli altri; soprattutto se aiutano lo smercio delle armi prodotte da
industrie americane. Diciamo che è un pacifista “a senso unico” come
dimostrano, nel tempo: a) l’ordine del ritiro delle truppe
statunitensi dall’Afghanistan che il Pentagono si rifiutò di eseguire; b) la
resa alla Russia nella guerra contro l’Ucraina in cui Biden aveva
condotto il suo Paese, in violazione delle norme del Patto atlantico; c) la
promessa vendita da parte dell’industria statunitense di armamenti ai
super-beoti Europei che rinunciano anche alla gita di Pasquetta (v. Macron) pur
di aiutare l’ex comico Zelensky ora capo dei battaglioni Azov.
In altre parole, Trump non si dissocia né
da Eraclito, né da Aristotele né da altri filosofi Occidentali sulla
necessità o inevitabilità della guerra, ma preferisce che siano altri a
combatterla e a pagarla (e… sempre sia lodato quel fesso che ha pagato! il
canto delle osterie italiane gli risuona nelle orecchie).
Seconda domanda: è amico di Putin e di Netanyahu?
Certamente non ama Zelensky e il suo seguito nazistoide anti-russo (e anti
russofoni) né il terrorismo islamico nelle sue varie configurazioni di
specialisti bombaroli e tagliagole. Ma da qui a dire che abbia un “debole”
per l’autocrate del Cremlino e il massacratore di Gaza ci corre. Li
considera, probabilmente, il male minore in due zone in preda a odi
ineludibili ora ideologici ora religiosi.
Terza domanda: perché disprezza tanto i leader
europei? Perché: bene a ragione, li considera i padri di tutte le guerre sul
Pianeta, comprese le due mondiali. L’irrazionalità religiosa e ideologica del
Vecchio Continente (e del vicino Medio Oriente) è stata e continua a
essere fonte di contrasti insanabili e di conflitti catastrofici in tutto il mondo.
È all’origine delle guerre cosiddette sante, delle evangelizzazioni
(colonizzazioni) forzate e non richieste, dei genocidi e dei massacri anche
interni per motivi di fede o di ideologie politiche utopiche.
Conclusione: Non è tutto Trump ma come
dice Tonio nel Prologo de “I Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo: Il
concetto vi dissi. Or ascoltate, com’egli è svolto! Andiam, incominciate!