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venerdì 15 agosto 2025

LA BUONA CUCINA
di Angelo Gaccione


 
Un’abile massaia si recò in un noto supermercato della città che distava pochi minuti dalla sua abitazione, e si diresse direttamente allo scaffale degli ingredienti. Prelevò un barattolo di amicizia, una bustina di solidarietà, una fialetta di compassione, decisa a fare un piatto degno del giorno di ferragosto. Si mise all’opera, ma l’impasto non teneva; per quanti sforzi la donna facesse l’amalgama non legava: non c’era verso. Provò ad aggiungere un pizzico di affetto, ne era rimasta una piccola traccia in un minuscolo vasetto rimasto negletto nella credenza. Da tempo immemorabile non se ne faceva più uso e non era disponibile presso nessuno dei droghieri che ne avevano avuto l’esclusiva. Del resto lo si era usato sempre più raramente fino a scomparire del tutto. Ella stessa non ricordava quanto fosse stata l’ultima volta che lo aveva aggiunto alle pietanze. Neppure adesso funzionò. Controllò la scadenza dei prodotti e si avvide che le date erano perfette. Non riusciva a capacitarsi. Non pensò neppure per un istante che amicizia, solidarietà, compassione, affetto, fossero merci troppo rare per essere disponibili al supermercato, per poterle comprare in una bottega. Non le venne in mente che poteva trattarsi di una perfida pubblicità ingannevole. Irritata, buttò quella insulsa indefinibile forma nella pattumiera, e si piazzò davanti alla tivù. 

Era un programma di cucina, come ce ne sono tanti.

[Milano, ferragosto 2025]