GAZA INSEGNA
di Franco Astengo
Il cinismo del male quotidiano
Si esprime orrore e ci si affretta ad esorcizzarlo fingendo di
voler interpretare il futuro. Il XXI
secolo è rientrato precipitosamente nei ranghi della banalità della
paura e il male quotidiano viene risolto attraverso l’inestinguibile
categoria del cinismo. L’idea della filosofia
quale scienza dell'interpretazione dell’oggi ha subito un colpo secco con il
riemergere del male: improvviso e oscuro. Allora
è necessario mantenere l’idea del “senso del limite”: quel “senso del limite”
che richiede l’esercizio dello spirito critico e della continua ricerca sulla
realtà della natura e sull’imponderabilità dell’essere. Il governo delle cose non può essere demandato alla volontà
di potenza di chi pensa di detenere il dominio sugli altri. Siamo ancora lontani dal capire la sostanza della natura
umana e sembra essere ancora utile l’antico esercizio di un pensiero che tenta
di immaginare il domani e di essere capace di interrogarsi sulla sostanza
dell’essere. All’improvviso ci si sente
sgomenti rispetto alla fragilità del ridurre il “terreno” alla pura esibizione
del potere. Ricordando sempre, in questi tempi
che ci appaiono così complicati, il grande Bardo: “Ci sono più cose tra cielo e
terra Orazio, di quante tu ne possa sognare con la tua filosofia”. Debolezza dell’umano: è forse questa la definizione più
adatta per il nuovo millennio? Senza
arrendersi però al fatalismo del sottostare al dominio dell’ignoto.