Sempre difficile prevedere le giravolte di Trump: qui per
esempio abbiamo un Trump che si rifiuta di avallare la propaganda
NATO, secondo la quale i droni sconfinati in Polonia erano russi, e un
altro Trump che minaccia l’Europa se non sanziona pesantemente Cina e India per
l’acquisto di petrolio russo. Volendo trovare un minimo di coerenza tra le due
posizioni, si potrebbe dire che il presidente americano non vuole casus
belli, e che il suo obiettivo è l'indebolimento economico di tutti - Cina,
India ed Europa - per mantenere il primato.
Secondo
questa interpretazione Trump resta l’uomo di pace del programma elettorale
- più precisamente, egli conferma di non volere rischiare la guerra nucleare.
Al tempo stesso egli è uomo di guerra, che vuole vendere cara la perdita dell’egemonia: guerra economica con le grandi potenze nucleari, e bombardamenti con i più deboli che non si allineano. Il suo è dunque un disegno
caotico non dissimile da quello dei predecessori, seppur moderato da un più
fermo rifiuto della guerra nucleare - un disegno comunque destinato al
fallimento che si realizzerà quando il resto del mondo si stancherà di
finanziare la “grandeur” americana basata sul debito - ad agosto il disavanzo
pubblico resta su livelli record, nonostante l’aumento delle entrate per
effetto dei dazi - e di tenere in piedi il circo di Wall Street. Intanto
vediamo cosa farà l’UE con l’india, con la quale è in corso il negoziato
per un trattato di libero scambio.