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lunedì 15 settembre 2025

MA CHI È DONALD TRUMP?  
di Luigi Mazzella


 
Sarebbe del tutto irrazionale pensare che nella parte di mondo dove imperano le cinque scemenze, elette, dalla stragrande maggioranza degli abitanti, a sistema di vita individuale (privata) e collettiva (pubblica), possa assurgere al livello di Capo di uno dei tanti Stati che compongono la costellazione Occidentale una personalità politica che ragioni e si muova conseguentemente “a fil di logica”. Un tale errore di valutazione si compie, quotidianamente in Occidente, quando si tenta di dare un giudizio sull’operato del neo eletto Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’uomo è figlio del marasma che ormai caratterizza tutta la vita politica della parte Ovest del Globo e le sue contraddizioni, i tergiversamenti, gli stop and go, i cincischiamenti, i giri a vuoto, gli sbalzi incomprensibili di umore e di decisioni sono la necessaria conseguenza di un uomo dal pensiero non libero dai cinque condizionamenti (religiosi e politici) dell’Occidente. Per fare degli esempi:
1) Se Trump si sente disgustato dall’azione che Netanyahu sta compiendo in Palestina, in Cisgiordania, in Libano e persino nel Qatar, l’elevato numero di Ebrei e il potere esercitato dagli stessi negli States, soprattutto nel settore finanziario (Wall Street) ed industriale (costruzione di armi), non può che indurlo a chiudere gli occhi e a tapparsi bocca e orecchie di fronte ai massacri di Gaza. Alla domanda se Trump sia in buona sostanza sensibile ai genocidi di tipo nazista, si può solo rispondere che l’ideologia fascista è tra le cinque componenti del DNA di tutti i figli dell’Occidente ma che la sua virulenza dipende solo dalle circostanze.
2) Se Trump non ama Zelensky (e la sua “tenuta” di topo d’albergo) è certamente in grado di dimostrarglielo, trattandolo come uno straccio da cucina nel luogo ormai a ciò deputato (la sala ovale della Casa Bianca) ma il suo istintivo disprezzo e la sua “naturale” ostilità non possono estendersi a tutti quelli che lo sostengono dissennatamente in Europa. Si tratta (e ormai dovrebbe essere chiaro anche agli imbecilli) di vere e proprie “filiazioni” estere composte da uomini politici che sono stati convinti (!) dalla CIA e dal Deep State americano (a tacere delle Mafie) a schierarsi contro di lui (i salamelecchi della presidente del Consiglio italiana a Trump, per la loro scarsa rilevanza, non fanno “storia’).
3) Se Trump cincischia giocando come su una sorta di “pallottoliere” per bambini ritardati con le percentuali dei dazi da imporre al mondo intero è da giudicare (come si canta in “Madame Butterfly”) un po’ per celia e un po’ per non morir!
Conclusione: È difficile immaginare che le cose possano cambiare. Se Trump fosse un uomo libero  direbbe: a) Netanyahu è un criminale di guerra e non ci devono essere veti del Consiglio di Sicurezza a operazioni di pace disposti dall’ONU per ristabilire un minimo di ordine in una zona tormentata e in preda a odi religiosi feroci; b) Putin è il Capo di un Paese Europeo e ha ragione nel sostenere che il vecchio Continente non può generare per la seconda volta il Nazi-fascismo in una terra che fu già di collaborazionisti filo-hitleriani ed è oggi zona di coltura dei battaglioni Azov, dichiaratamente neonazisti; c) l’Unione Europea si dissolva, abbandonando la sua dispotica forma attuale per far luogo a un ordinamento veramente politico e democratico che racchiuda tutti i Paesi geograficamente Europei. 
Domanda finale: E la NATO? In claris non fit interpretatio!