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sabato 6 settembre 2025

ORBAN, LA NATO E L’UNIONE EUROPEA  
di Luigi Mazzella
 
 
Non è escluso, a mio parere, che Viktor Orban, Primo Ministro Ungherese, anticipi addirittura Donald Trump nel lasciare la NATO e, di certo, primo di ogni Governante di altri Paesi, anche l’Unione Europea. Trump, infatti, è frenato dal fatto che i “volenterosi di guerra” dell’Alleanza Atlantica gli sono utili per tenere buona la sua industria delle armi (per decenni sostenuta dal Partito Demoratico con le sue periodiche e ripetute “incursioni” belliche nel mondo); i Paesi Europei non osano mandare a carte quarantotto il giocattolino delle pulzelle franco-tedesche; e ciò, non tanto perché non hanno colto (o non hanno voluto cogliere) l’abissale differenza tra l’Europa Unita immaginata dai Padri Fondatori e l’aborto che ne è venuto fuori, quanto per l’inadeguatezza di una classe politica di minus habentes, pavidi e timorosi.
C’è da chiedersi perché Orban sia l’uomo politico più detestato e vituperato dal mainstream della stampa Occidentale, considerato che le sue concezioni politiche, in un pastiche del tutto inconsueto, ripetono idee comprese nelle cinque “demenze” Occidentali, incluso un certo scontato e facile populismo, per così dire “comunisteggiante”. La causa potrebbe essere che il Presidente Ungherese non è certamente un gregario e che non sembra improbabile che la sua dichiarata volontà di “liberarsi dai dogmi dell’ideologia europea” lo sospinga verso iniziative anticipatrici della dissoluzione, non solo nel suo Paese, del mito della cosiddetta democrazia liberale, tabù ritenuto “intoccabile”.
Ancora: Orban pur sempre figlio della cosiddetta “civiltà Occidentale” si differenzia dai suoi “fratelli-coltelli”, perché nessun altro partito europeo somiglia in toto al suo: non quello clerico-fascista italiano con le idee molto confuse e pasticciate di Giorgia Meloni e dei suoi camerati di Fratelli d’Italia; né quello di Marina Le Pen e del Rassemblement National, né infine quello di Salvini e della Lega.
Prima domanda: Chi è veramente Viktor Orban? L’uomo è nato ed è cresciuto in Occidente, formandosi nella Terra delle cinque “demenze” (e di quella religiosa, in particolare) e i valori cristiani (sperabilmente non quegli stessi in nome dei quali furono massacrate intere popolazioni in Centro-America e per la difesa dei quali furono istituiti i Tribunali dell’Inquisizione o eretti, nel centro della Cristianità, i patiboli del Papa-Re) sono per lui fondamentali e posti alla base dell’identità costituzionale magiara. Non a caso, d’altronde, la sua vita politica comincia nel PPE (da cui verrà sospeso nel 2021). Dall’assolutismo religioso, assimilato nell’infanzia e da quello ideologico subito nell’Ungheria rossa, Orban desume le linee costituzionali di uno Stato autoritario con introduzione dell’uso della pena di morte, con avversione per la famiglia omogenitoriale, con l’idea del sesso biologico basato sulla nascita e sul genoma, con il divieto del riconoscimento legale delle persone transessuali: in definitiva un pout-pourrì di idee retrogradi e passatiste ben conosciute nell’Occidente mediorientalizzato.
Seconda domanda: Perché tanto accanimento contro di lui se le sue idee si ritrovano tutte (dico tutte) nelle cinque “demenze” Occidentali? Perché è l’unico che chiede di mandare gambe all’aria NATO ed Unione Europea?
Sotto questo particolare aspetto, però, non è il caso di pensare che egli sia solo un balbuziente in una terra di sordomuti?