Vincitore dell’importante
premio Etisalat nel 2018, nell’ambito della letteratura araba per
l’infanzia, nella categoria “best illustrations”, Mahmūd Darwīsh, il cantore
della causa palestinese, contemporaneo della poetessa Fadwa Tūqan, da lui
stesso definita madre nazionale della poesia palestinese, ci consegna,
con la sua opera “Pensa agli altri” (فكر بغيرك), un testo poetico di intensa musicalità, incorporata nelle parole arabe
stesse, attinte dalla sfera quotidiana e naturale, in un gioco ritmico armonico
di allitterazioni, anafore e costrutti paratattici ossimorici, di grande
semplicità, genuinità e universalità, ma di complessa equivalenza traduttiva
dal punto di vista della melodia caratteristica intrinseca della lingua araba: si
pensi alle parole allitteranti con cui si chiude ogni distico: الحمام (la colomba); السلام (la pace); الغمام (la nuvola); الخيام (la tenda); للمنام (il sogno); الكلام (la parola); الظلام ( il buio). Nel suo monito ed
invito a “pensare agli altri”, martoriati dalle guerre, Mahmūd Darwīsh, non
solo ci ricorda lo stile altrettanto semplice del Promemoria di Gianni
Rodari, ma ribadisce l’importanza della parola poetica araba, così come leggiamo
nel testo poetico del 2002 “Stato d’assedio” (حالة الحصار), composto a Ramallah durante una delle tante illegali
occupazioni dell’esercito israeliano: “questo assedio si prolungherà fino a
quando non avremo insegnato ai nostri nemici passi della nostra antica poesia”:
un assedio sì fisico ma soprattutto mentale, di cui sono intrappolati persino gli
stessi responsabili delle guerre, sino al completo oblio del significato
universale di essere un bambino. [Anna Rutigliano]
Pensa agli altri “Quando prepari la tua colazione
pensa agli altri, non dimenticare il cibo per le
colombe, E allo stesso modo, quando
combatti la tua guerra, pensa agli altri, non dimenticarti di chi è in
cerca di pace, e quando paghi la tua bolletta
dell’acqua, pensa agli altri, allattati dalle nuvole. E quando torni a casa, a casa
tua, pensa agli altri, non dimenticarti delle persone
nelle tende. E quando dormi e conti le stelle,
pensa agli altri, a chi non ha spazio per sognare, e quando ti liberi in metafore,
pensa agli altri, a chi non ha diritto di parola, e quando pensi agli altri,
lontani da te, pensa a te stesso: di’ a te stesso: se solo fossi
una candela nel buio. [Trad. Anna Rutigliano]