Blocco navale e diritto internazionale. Che cosa dice il
diritto internazionale sul blocco navale di Israele.
Il presidente Mattarella, la Meloni e tutti i suoi ministri
continuano a ripeterci che il viaggio della flottiglia è sostanzialmente
inutile, che i viveri si possono consegnare tranquillamente tramite la Chiesa e
che il nostro governo non potrà fare nulla se le imbarcazioni provano a forzare
il blocco navale intorno a Gazza. In altre parole, stanno mettendo tutte le
responsabilità di un eventuale disastro sulle spalle dei partecipanti alla
flottiglia. Ma attenzione, non è che questi abbiano deciso di fare una gita in
una vallata pericolosa dove c’è un rischio costante di valanghe. Ecco, se uno attraversa
una vallata nota per le valanghe, giustamente lo fa a proprio rischio e
pericolo. Le valanghe sono inevitabili, fanno parte della natura e nessuno le
può fermare. Ma Israele non è una calamità naturale. Non sta scritto da nessuna
parte che Israele abbia il diritto di fermare la flottiglia per cui dovrebbero
essere loro a doversi cautelare. È qui che sta il capovolgimento dialettico che
ci impedisce di vedere il problema reale. Si dà per scontato che Israele abbia
il diritto di fermare la flottiglia a cannonate e quindi si consiglia agli
equipaggi di starsene alla larga. Ma non è questo che dice il diritto
internazionale. In particolare ci sono due documenti che sarebbe utile
consultare per capire quali diritti e quali doveri, soprattutto abbia una nazione
occupante come Israele nei rispetti di un territorio occupato, perché ci sono
anche i doveri.
Il primo documento è il cosiddetto Manuale di Sanremo. È un
documento internazionale redatto negli anni ’90 che riguarda i diritti del
mare. Va detto che il manuale di Sanremo non è un documento vincolante, nel
senso che non è un trattatointernazionale vero e proprio: è una descrizione di
alcuni principi universali che vengono riconosciuti da tutte le più importanti
nazioni del mondo occidentale. Il manuale è adottato in tutte le accademie
navali più importanti, dagli Stati Uniti all’Italia, alla Francia, alla Gran
Bretagna, all’Australia. Nel capitolo dedicato ai blocchi navali all’articolo
103 il manuale di Sanremo dice: “Se la popolazione civile del territorio
sottoposto a blocco è insufficientemente approvvigionata di cibo o altri generi
essenziali per la sua sopravvivenza, la parte che instaura il blocco, cioè
Israele in questo caso, deve permettere il libero transito di viveri e altri
approvvigionamenti essenziali, salvo...”. E seguono due classi di clausole che
nel nostro caso non sono importanti. Quindi questo documento esprime
chiaramente un principio condiviso da tutti i paesi civili. Se una popolazione
sotto occupazione muore di fame, bisogna permettere che le arrivi del cibo.
Certo, Israele può sempre dire che il documento non è vincolante, io me ne
fotto dei vostri princìpi e non faccio passare nessuno. Benissimo. In quel caso
c’è la Convenzione di Ginevra, firmata nel ’49 e ratificata anche da Israele
nel 1951. Questa convenzione dice all’articolo 59: “Allorché la popolazione di
un territorio occupato o una parte della stessa fosse insufficientemente
approvvigionata, la potenza occupante, cioè Israele, accetterà le azioni di
soccorso organizzate a favore di detta popolazione e le faciliterà nella piena
misura dei suoi mezzi. Queste azioni che potranno essere intraprese sia da
Stati sia da un ente umanitario imparziale, come il Comitato Internazionale
della Croce Rossa, consisteranno specialmente invii di viveri medicinali ed
effetti di vestiario. Tutti gli stati contraenti, (quindi Israele compreso)
dovranno autorizzare il libero passaggio di questi inviare gli invii, di
regolarne il passaggio, eccetera eccetera”. Quindi tu controlla tutto quello
che devi controllare, assicurati che non ci siano dei terroristi nascosti nelle
lattine di tonno, ma poi devi lasciarli passare. Si chiama diritto
internazionale. Quindi, cara Meloni, caro Taiani, caro Mattarella, basta
cercare di spostare l’attenzione sulla irresponsabilità della flottiglia.
Loro
fanno quello che hanno scelto di fare liberamente e secondo coscienza e si
stanno comportando secondo il diritto internazionale. Il vostro compito non è
quindi di criticarli, ma di proteggerli in quanto cittadini dello Stato
italiano. Dovete quindi avvisare ufficialmente Israele, magari insieme ad altre
nazioni partecipanti, tipo la Spagna o altri, che questa gente si sta muovendo
nel pieno rispetto delle regole internazionali e che ci si aspetta che Israele,
cofirmatario della convenzione di Ginevra, la rispetti fino in fondo. Questo
gli va detto chiaro e tondo, senza giri di parole, altrimenti è inutile che ci
raccontiate dal mattino alla sera che Israele è l’unica democrazia in Medio
Oriente e che è l’unico stato di diritto in quella zona del mondo. Mostratelo
con i fatti. Imponetegli prima di tutto di rispettare il diritto
internazionale, invece di rovesciare vigliaccamente le colpe sui membri della
flottiglia, che è molto più facile. Loro stanno semplicemente facendo il loro
dovere di esseri umani e vanno difesi ufficialmente, visto che la legge è
chiaramente dalla loro parte. Se voi non darete a Israele un avviso perentorio
di questo tipo e se poi malauguratamente le cose dovessero finire male, la colpa
sarà vostra, cara Meloni e Tajani, non sarà di quelli della flottiglia, perché
la legge è dalla loro parte e sarete voi che non lo avete fatto presente in
modo chiaro a Israele.