Il nome
della città e la toponomastica contesa. Furia iconoclasta e adulterazione delle
denominazioni, damnatio memoriae e manifestazioni violente di “cancel
culture” sono, com’è noto, alcuni dei modi attraverso i quali, alle più diverse
latitudini e nei più vari contesti, strumentalizzare o manipolare il passato,
condizionare o revisionare la memoria, ridenominare le cose e ridefinire le
parole stesse con cui esprimere fatti, luoghi ed eventi, per “aggredire” il
passato e “governare” il presente, o, parallelamente, legittimare l’attualità e
i suoi poteri costituiti. Nei contesti di conflitto, dove i contenuti culturali
sono fatti precipitare nella spirale della violenza e la cultura stessa finisce
per diventare uno strumento di perpetuazione della divisione e del conflitto,
questi fenomeni vengono ad assumere tratti esasperati, perfino, talvolta,
grotteschi. Il Kosovo è un luogo simbolo, da questo punto di vista, un vero e
proprio epicentro della controversia etnopolitica. Non più tardi di alcuni giorni
fa, questa forma di violenza culturale si è scatenata contro il nome stesso
della città: tolta la precedente, è stata infatti installata una nuova insegna
recante la scritta “Mitrovica” all'ingresso del settore nord della città,
ufficialmente denominato Kosovska Mitrovica, abitato, a differenza del resto
del Kosovo a larga maggioranza albanese, da un’ampia maggioranza serba. La
precedente insegna, che riportava il nome corretto della città, è stata
rimossa. Media e fonti locali riferiscono che la sostituzione è stata
effettuata su decisione dell’amministrazione locale di Mitrovica Nord, il cui
sindaco, Erden Atiq, del partito nazionalista albanese Vetëvendosje, è stato
eletto con 519 voti su un totale di 780, in occasione delle elezioni comunali
del 2023, pressoché totalmente boicottate dai Serbi del Kosovo. Alcuni
funzionari della sua amministrazione hanno confermato alla stampa l’intenzione
di cambiare l’insegna in cirillico con un’insegna in latino e di sostituire in
una palestra comunale con nuove sedie verdi e bianche le precedenti rosse, bianche
e blu, “colpevoli”, queste ultime, di richiamare “i colori della bandiera serba”.
Sembrerebbe dunque chiaro che anche
questa iniziativa faccia parte di una più generale campagna per chiudere tutte
le strutture serbe nel Nord del Kosovo e cancellare i fattori visibili
dell’autodeterminazione serba nei comuni in cui i serbi sono la maggioranza,
come dimostrano, ultime in ordine di tempo, la chiusura dell’ufficio delle
poste serbe a Gračanica, l’11 settembre scorso, la chiusura di ben nove uffici
delle poste serbe in tutti e quattro i comuni del Nord (Leposavić, Zvečan,
Zubin Potok e K. Mitrovica) il precedente 5 agosto, e, nel mese di maggio, il
blocco e la chiusura della biblioteca comunale “Vuk Karadžić” a Kosovska
Mitrovica, con la confisca e la sottrazione di ben 40 mila libri e alcune
apparecchiature multimediali. Una campagna per cancellare la presenza culturale
serba nella regione, una pratica di pulizia etnica, se per questa si intende,
appunto, «una politica deliberata volta ad eliminare, tramite intimidazione,
violenza e/o terrore, le popolazioni appartenenti a una diversa comunità etnica
o religiosa».
Immediate,
ovviamente, le reazioni all’iniziativa. Sul tema è intervenuto lo stesso ministro
degli esteri serbo, Marko Djurić, osservando che “la rimozione forzata del
cartello con il nome della città di Kosovska Mitrovica in lingua serba, nel
cuore di questa comunità a maggioranza serba, da parte del regime di Albin Kurti
[premier kosovaro], non è un atto amministrativo neutrale, ma una provocazione
deliberata che istiga all’odio etnico e religioso. Tale mossa è una chiara
espressione di discriminazione nei confronti del popolo serbo di K. Mitrovica/Mitrovicë.
Altrettanto inquietante è la sostituzione del cuore rosso con uno verde, che
invia un messaggio diretto alla comunità cristiana che vive a K.
Mitrovica/Mitrovicë. Questa non è solo una cancellazione simbolica della lingua
e dell'identità, ma anche un aperto atto di intolleranza religiosa. Si tratta
di una decisione antidemocratica, contraria alla volontà della comunità locale,
ai principi di multiculturalismo, tolleranza e rispetto per la diversità che le
istituzioni provvisorie di Pristina affermano a parole di sostenere. [...] Tali pratiche discriminatorie mettono a
repentaglio la pace già fragile e marginalizzano ulteriormente il popolo serbo
in Kosovo. Anziché promuovere la riconciliazione e la convivenza, tali azioni
approfondiscono le divisioni e seminano sfiducia”. Quanto al nome della città, la sua vicenda ha una storia
plurisecolare. La denominazione “Mitrovica” e lo stesso nome albanese della
città, “Mitrovicë”, derivano infatti dal nome di S. Demetrio, legato
probabilmente alla chiesa bizantina di S. Demetrio dell’VIII secolo, costruita
vicino alla Fortezza di Zvečan, appena sopra l'odierna Mitrovica, in onore di S.
Demetrio di Salonicco, vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo d.C., poi, a
partire dal Medioevo, venerato come uno dei santi più importanti della chiesa
ortodossa. La festa della città è infatti l’8 novembre, il Mitrovdan, per
l’appunto il giorno di S. Demetrio; dall’altra parte della Serbia, nello Srem,
Sremska Mitrovica lo celebra nel Mitrovdan e lo riporta nel suo stemma
ufficiale sin dal 1388. Secondo una stima, la chiesa ortodossa serba ha dedicato
a S. Demetrio oltre 120 templi; a Salonicco, in Grecia, la splendida Chiesa di
S. Demetrio fa parte del sito seriale dei monumenti paleocristiani e bizantini
patrimonio mondiale dell’umanità. D’altra parte, è proprio questo, secondo
l’Unesco, il ruolo che i patrimoni mondiali dovrebbero svolgere: come ricorda
il Preambolo della Convenzione dell’Aja del 1954, “gli attacchi ai beni
culturali, a qualunque popolo appartengano, costituiscono attacchi al
patrimonio culturale di tutta l'umanità, dato che ogni popolo apporta il suo
contributo alla cultura mondiale” e il patrimonio culturale, tutelato e difeso,
protetto e attivato, può svolgere un ruolo decisivo nell’incontro tra i popoli,
nel dialogo tra le culture, nella pace. Riferimenti: Djurić on Pristina's shameful move, B92, 02.10.2025: https://www.b92.net/english/politics/168927/djuric-on-pristinas-shameful-move/vest “Mitrovica” sign unveiled, KoSSev, 02.10.2025: https://kossev.info/mitrovica-sign-unveiled-from-red-to-green-heart-cyrillic-swapped-for-latin-name-absent-from-kosovo-s-legal-framework “Pulizia etnica”, European Migration Network (EMN): https://www.emnitalyncp.it/definizione/pulizia-etnica