Altri tempi, altra mentalità. Poco più di cento
anni fa, 107 per la precisione, dopo la disfatta di Caporetto, il morale
dell’esercito italiano veniva risollevato dalle gesta di pochi uomini
coraggiosi che si fecero beffe della potenza militare dell’impero
austro-ungarico con azioni dimostrative, in mare e nell’aria, animate
dall’etica dell’arditismo D’Annunziano. Mutatis
mutandis, e correndo consapevolmente il rischio che ad alcuni possa
suonare blasfema, vorrei proporre una considerazione. Dopo ottanta anni di
convivenza pacifica e operosa, il periodo più lungo di pace tra le popolazioni
europee nell’ultimo millennio e più di storia, l’azione della Global Sumud Flotilla
ha tutto il diritto di essere considerata un atto di arditismo D’Annunziano in
chiave pacifista, legalitaria e non violenta. Esattamente come si addice ai
nostri tempi in cui un atto di guerra può portare alla totale distruzione di
tutta l’umanità. Con questa dimostrazione di coraggio, in difesa del diritto
internazionale, della convivenza pacifica tra i popoli e più semplicemente
dell’umanità, gli equipaggi e i partecipanti a questa missione umanitaria nel
pieno della legalità, hanno mostrato al mondo intero il vero volto del regime (di
destra estrema) che sta scalzando l’unica democrazia del Medio Oriente. Se
hanno risvegliato il senso dell’appartenenza al genere umano degno della
definizione di homo sapiens anche solo in uno dei criminali che
disumanizzano l’avversario, o presunto tale, per poterlo eliminare fisicamente
senza rimorsi, hanno già ottenuto un buon risultato.
In ogni
caso il gesto ha contribuito a risvegliare il senso di appartenenza all’umanità
di molte persone, soprattutto in Italia, dove un governo che vorrebbe essere
riconosciuto come democratico, ha fatto di tutto per irridere l’iniziativa e
sminuirne il significato. Col pessimo risultato di riempire le piazze di
tutt’Italia di manifestanti che sono evidentemente molto più evoluti nella
civiltà del diritto e delle leggi di coloro che inopinatamente hanno ricevuto
il mandato per legiferare nel nostro Paese. Inoltre, come eredi (si fa per
dire) di quelle epiche gesta degne di un’epopea che vedeva nel “bel gesto” del
debole contro la prepotenza una caratteristica dell’italianità, hanno mancato
di riconoscere nella Flottiglia il medesimo afflato che fornì al Vate
l’ispirazione per coniare il motto “Memento Audere Semper”. Né dovrebbe
sfuggire la coincidenza con l’acronimo MAS (motoscafo armato silurante) tanto
caro a chi vede il mondo all’incontrario. Insomma, l’errore di valutazione da
parte del governo italiano è stato doppio col conseguente regalo
all’opposizione di tutto il merito di questa iniziativa umanitaria, oltre che
legalitaria e democratica, alla quale hanno sicuramente partecipato
direttamente o indirettamente anche molte persone, soprattutto giovani, che non
hanno gradito l’appellativo di irresponsabili da parte di chi hanno contribuito
ad eleggere.