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domenica 26 ottobre 2025

LA CATTEDRALE
di Angelo Gaccione


  
Del Duomo di Milano ho scritto tantissime volte, ma non smette mai di stupirmi. Sarà perché è interamente costruito in marmo e forse è la sola cattedrale al mondo che lo è; a meno che non si vogliano considerare cattedrali quelle grotte che in alcuni luoghi del mondo la forza dell’acqua e gli altri elementi della natura hanno scavato e lavorato con l’erosione. Questa impressionante struttura marmorea ha stupito lo stesso scrittore inglese Ken Follett, giunto di recente a Milano per presentare il suo ultimo romanzo dedicato a quei giganteschi megaliti bretoni disposti in forma di cerchio su cui tanti studiosi si sono scervellati. Sono state avanzate le ipotesi più fascinose: sito per celebrazioni di riti religiosi e persino sorta di osservatorio astronomico. Trovandoselo davanti, Follett ha dichiarato che non gli dispiacerebbe dedicare un lavoro al nostro Duomo; considerato tutto il tempo impiegato per costruirlo, materia per la fantasia ce n’è in abbondanza. A me affascina in modo particolare quando vi giungo in metropolitana e salgo i 32 gradini, tanti ne ho contati, imboccando l’uscita del lato destro. Se è una mattinata luminosa e con la piazza ancora semivuota, è il massimo; e lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è superbo. Procedo lentamente dal basso in alto, gradino dopo gradino e con gli occhi in su. La Cattedrale sembra anch’essa sollevarsi lentamente ed emergere da un vuoto invisibile ad ogni passo. Dalla bocca della stazione del metrò che dalle viscere ti catapulta sul sagrato, lo sguardo inquadra pezzo dopo pezzo solo lei, fino a quando i trentadue gradini non li hai superati tutti e salito l’ultimo la abbracci intera. Posso immaginare la sensazione di vertigine di chi a questo spettacolo non era preparato e vi giunge per la prima volta. È un effetto stordente, con il sole che la esalta e l’azzurro del cielo lassù che fa da sfondo alla statua dorata. Poi il formicolio dei passanti, i crocchi dei turisti numerosi, e non posso fare a meno di notare la grazia del genere femminile: ragazze o donne mature poco importa, mettersi in posa per le foto. Sono pose studiate, da dive e da modelle; posture civettuole, allusive, seduttive, e si compiacciono se ti fermi ad osservarle. I maschi no: sono sobri e restano fissi, impalati per le foto; al massimo, ed è tutto, accennano un sorriso.