LA CATTEDRALE
di Angelo Gaccione
Del Duomo di Milano ho
scritto tantissime volte, ma non smette mai di stupirmi. Sarà perché è
interamente costruito in marmo e forse è la sola cattedrale al mondo che lo è;
a meno che non si vogliano considerare cattedrali quelle grotte che in alcuni
luoghi del mondo la forza dell’acqua e gli altri elementi della natura hanno
scavato e lavorato con l’erosione. Questa impressionante struttura marmorea ha
stupito lo stesso scrittore inglese Ken Follett, giunto di recente a Milano per
presentare il suo ultimo romanzo dedicato a
quei giganteschi megaliti bretoni disposti in forma di cerchio su cui tanti
studiosi si sono scervellati. Sono state avanzate le ipotesi più fascinose: sito
per celebrazioni di riti religiosi e persino sorta di osservatorio astronomico.
Trovandoselo davanti, Follett ha dichiarato che non gli dispiacerebbe dedicare
un lavoro al nostro Duomo; considerato tutto il tempo impiegato per costruirlo,
materia per la fantasia ce n’è in abbondanza. A me affascina in modo
particolare quando vi giungo in metropolitana e salgo i 32 gradini, tanti ne ho
contati, imboccando l’uscita del lato destro. Se è una mattinata luminosa e con
la piazza ancora semivuota, è il massimo; e lo spettacolo che si presenta ai
miei occhi è superbo. Procedo lentamente dal basso in alto, gradino dopo
gradino e con gli occhi in su. La Cattedrale sembra anch’essa sollevarsi
lentamente ed emergere da un vuoto invisibile ad ogni passo. Dalla bocca della
stazione del metrò che dalle viscere ti catapulta sul sagrato, lo sguardo inquadra
pezzo dopo pezzo solo lei, fino a quando i trentadue gradini non li hai superati
tutti e salito l’ultimo la abbracci intera. Posso immaginare la sensazione di vertigine di chi a questo spettacolo
non era preparato e vi giunge per la prima volta. È un effetto stordente, con
il sole che la esalta e l’azzurro del cielo lassù che fa da sfondo alla statua
dorata. Poi il formicolio dei passanti, i crocchi dei turisti numerosi, e non
posso fare a meno di notare la grazia del genere femminile: ragazze o donne
mature poco importa, mettersi in posa per le foto. Sono pose studiate, da dive
e da modelle; posture civettuole, allusive, seduttive, e si compiacciono se ti
fermi ad osservarle. I maschi no: sono sobri e restano fissi, impalati per le
foto; al massimo, ed è tutto, accennano un sorriso.
