Chi ha
seguito per più di un decennio gli incontri letterari tenuti da Giorgio Riolo,
non può che gioire che siano state date alle stampe le note introduttive di
quelle straordinarie lezioni che tanto hanno contribuito all’arricchimento
delle vite dei partecipanti nell’accostarsi ad opere letterarie altrimenti
ignorate, senza il prezioso contributo critico di Riolo e senza le discussioni
che ne derivavano. Viviamo un tempo di grande degrado e confusione, nel quale
la letteratura è disprezzata, banalizzata, spesso involgarita da pubblicazioni
improbabili. Che “la conoscenza di come si sta al mondo, di come si concepisce
l’essere umano… nella società e nella storia” venga trasmesso e potenziato
dalla cultura umanistica fa parte della visione del mondo di Riolo, che dopo
essersi sporcato le mani nel lavoro politico di base, con la fierezza e
la modestia dei grandi si è dedicato alla diffusione dei classici nel fervente
tentativo di salvare l’umano che sta velocemente scomparendo. Il tutto
realizzato con l’orgoglio di chi non deve e non vuole competere, né vincere
elezioni o premi, ma sa coltivare gli orti dell’intelligenza e dello spirito e,
come bravo giardiniere, cura con passione le piante, scavando nell’oscurità che
è in ciascuno di noi per portare alla luce quanto è stato scartato da
un’eccessiva fede nella cultura scientifica e tecnologica.
“Leggere i classici” diceva Italo
Calvino “è meglio che non leggere i classici” (Perché leggere i classici,
1986) riferendosi al canone in base al quale un’opera va ritenuta classica,
tenendo conto che, nel dispiegarsi delle culture e delle ere geologiche e
antropologiche, persiste una continuità degli accadimenti umani. “E il sole di
Omero, vedi, sorride anche a noi” diceva Friedrich Schiller, filosofo e poeta
romantico tedesco. Se è vero che il “canone occidentale”, nel personale
giudizio di Riolo - per quanto opinabile esso possa essere - si estende dai
greci fino a Leonardo Sciascia, Yourcenar e Saramago ed altri, sappiamo che
ciascun lettore vanta una lista di propri classici, quelli che ci hanno
illuminato il cammino fin dai tempi della scuola e delle prime esperienze sentimentali
e di vita, la cui valutazione varia a seconda dell’età. La letteratura come
bene comune e memoria dell’umanità, dunque, ma anche come educazione
sentimentale. In un mondo che tende a frantumare e a rendere effimera ogni
esperienza a causa del relativismo postmodernista e neoliberista, il classico
contribuisce al formarsi di una visione complessiva, creando i nessi all’interno
della realtà attraverso la riflessione ed aiutando chi legge a mettersi in
gioco e a confrontarsi sia con l’opera stessa che col mondo esterno. L’intento
è quello di proporsi come guida alla lettura in un viaggio autonomo, che
successivamente potrà espandersi come esperienza a livello collettivo,
stimolando il desiderio di attingere al grande patrimonio letterario dell’umanità
come strumento fondamentale nella formazione etica e civile.Corredata da una bibliografia essenziale,
ogni sezione illustra alcune delle opere più rilevanti della fase storica di
riferimento, fornendo una visione complessiva e al contempo accurata della
civiltà presa in esame. Attenendosi alla periodizzazione classica, ogni testo
viene analizzato nelle sue premesse storiche, sociali e processuali: vita,
società nel loro continuo divenire all’interno dei contesti sociali.
La Parte prima, essendo
dedicata al Mondo greco, affronta i poemi omerici, i Tragici, i Filosofi
e poi, più brevemente, il Mondo Romano, ritenuto un’emanazione di quello
(ricordiamo il verso di Orazio: “Graecia capta ferum victorem cepit” - La
Grecia conquistata dai Romani conquistò il selvaggio vincitore). Seguono, via
via, il Medio Oriente con alcuni Vangeli, l’Età Moderna
comprendente, tra l’altro, alcune opere di Shakespeare (una delle quali, Sogno
di una notte di mezza estate, da me curata, è stata gentilmente ospitata
nel presente volume). Il secolo scorso, nella sezione non a caso intitolata
Il pensiero critico - annovera figure come Marx, Gramsci. Lukács, Ernst
Bloch, Simone Weil, Frantz Fanon. In successione incontriamo, infine, la grande
letteratura russa, Thomas Mann e gli italiani del secondo dopoguerra: Tomasi di
Lampedusa, Calvino, Vittorini, Pavese, Pasolini, don Milani e altri. Un vero
gioiello, un manuale di grande fascino, scritto con notevole competenza e con
amore, senza la pretesa di risultare esaustivo, poiché” la letteratura è lunga
e la vita è breve”.
Giorgio Riolo La via del classico. Letteratura, società, vita quotidiana, conoscenza, Ed. Petite Plaisance, Pistoia 2025, pp.488, euro 35