Diroccata dal vento Diroccata dal vento, torno a scoprire, nell’orto, la lastra e la bottiglia abbandonata, dopo l’arrivo del volto chiaro del cielo d’ottobre. Lento come la luce in un lamento riscalda le vene l’attesa d’un ritorno. Respira il futuro sulle ali della libellula che, per un attimo, s’è fermata sugli stralunati resti d’un fiore appassito. So che chiederà quanto dovrà attendere per vedere il suo rinnovato vestito, e si fermerà a cercar risposte, che anch’io vorrei sentire. Si squaderneranno i pensieri, in equivalenze tra sogno e realtà, prima che, con severo scatto, ogni comunicazione sia interrotta.