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domenica 12 ottobre 2025

IL TEATRO DELLA MEMORIA
di Angelo Gaccione


 
L
a via Domenico Cucchiari si compone di due segmenti sui rispettivi lati di destra e di sinistra, tagliata in mezzo dalla via Mac Mahon. È una zona di Milano che pullula di generali. Generali sono Cucchiari e Mac Mahon, e generali sono Giuseppe Govone e Carlo Caneva ai quale la toponomastica non ha fatto mancare una piazza e una via. Ma non è di generali che si occuperà questa nota; si occuperà, invece, del Teatro della Memoria che in via Cucchiari ha sede; la creatura di Aleardo Caliari e che oggi porta il suo nome come è giusto che sia. Aleardo non solo l’ha creato questo piccolo magico contenitore, ma lo ha animato fino a quando è rimasto in vita, e, naturalmente, ha animato la zona. Vi ha portato il dramma e la commedia, la musica e la poesia, la satira e il cafè chantant, la commedia musicale e il teatro di lingua milanese. Lingua che Aleardo parlava alla perfezione e che ha tenuto viva; lingua in pericolo e a rischio d’estinzione, come sappiamo bene. La moglie Gianna ha preso in mano le redini in qualità di direttrice, e come Aleardo si occupa un po’ di tutto. Un po’ di tutto si occupa anche l’attore Alberto Grasso che cura gli spettacoli della Compagnia. Perché un Teatro della Memoria ha un obbligo in più: non farla disperdere la memoria, che è memoria culturale e insieme memoria della tradizione e memoria civile. 


Alberto Grasso davanti al Teatro

Tornarci in questo segmento di via non è solo un rito, è la gioia di poter sentire ancora sulle tavole di un palcoscenico di teatro, i sapori di una lingua che con la scomparsa di Piero Mazzarella e Aleardo Caliari non potremmo più sentire, se non ci fosse il Teatro della Memoria. Naturalmente la stagione teatrale spazia sui versanti più diversi e ospita compagnie e personaggi multiformi; attinge a commediografi e drammaturghi di epoche e aree internazionali, come si può vedere dal suo nutrito programma. In questo modo ogni gusto e preferenza viene soddisfatto. A me ha affascinato e divertito l’omaggio dedicato ai bohémiens e agli scapigliati con cui il teatro ha aperto la stagione. Una carrellata magnificamente condita da musiche, canzoni, poesie, brani teatrali e letterari tratti dalle opere di alcuni dei più noti scapigliati milanesi: da Cletto Arrighi a Carlo Dossi, da Vespasiano Bignami ad Arrigo Boito, da Ugo Tarchetti a Paolo Valera a Emilio Praga… Tutte anime inquiete e provocatorie; tutti artisti innamorati della parola e sperimentatori; tutti ribelli e patrioti. Alcuni parteciparono attivamente ai moti insurrezionali delle Cinque Giornate di Milano del 1848. Domitilla Colombo, Ivana Turchese, Beatrice Rossetti e Alberto Grasso hanno dato loro voce e lo hanno fatto con grazia, leggerezza e ironia, magistralmente accompagnati dal commento sonoro del maestro Sandro Gelmetti al pianoforte.