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venerdì 10 ottobre 2025

LA POESIA RENDE UMANI
di Anna Rutigliano


 
Massacri e poeti. Con un testo della poetessa palestinese Hiba Abu Nada.
 
In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che ricorre ogni 10 Ottobre, a partire dal 1992,  e che quest’anno, pone al centro del dibattito internazionale, la salute mentale in tempi di catastrofi e crisi umanitarie (si consulti il sito della World Health Organization) su scala globale, mi è sembrato doveroso richiamare all’attenzione pubblica i dati aggiornati a Settembre 2025, secondo le stime riportate dagli equipaggi medici relativamente ai danni subiti dalla popolazione di Gaza fra luglio 2024 e Settembre 2025: il numero di individui coinvolti da lesioni fisiche subite durante i bombardamenti si è quasi raddoppiato da 22.500 a 41.844 di cui il 25% è costituito da bambini. Fra i punti cardine, oltre ad evidenziare una immediata necessità di interventi atti a sanare i danni fisici permanenti, si richiama l’attenzione pubblica alla necessità, altrettanto significativa, per un pronto sostegno di natura psicologica. Per quanto la mia, in questi tempi di crisi ed emergenza umanitaria, possa essere una goccia in un immenso oceano, mi preme portare alla memoria una poesia, dai toni altamente delicati, della poetessa, biochimica ed educatrice palestinese Hiba Abu Nada, vittima di un raid israeliano il 20 Ottobre 2023 nel suo villaggio di Khan Yunis, le cui parole di sacra scrittura rappresentano un dolce e resiliente rifugio per tutte quelle anime provate dal dolore della guerra. Colgo nuovamente l’occasione per ringraziare il lavoro di traduzione svolto dalla Professoressa Associata di Letteratura Araba, Huda Fakhreddine, presso l’Università della Pennsylvania, da cui ho potuto attingere il testo in lingua inglese e riportarlo in lingua italiana.


Accordo a voi rifugio
di Hiba Abu Nada

Accordo a voi rifugio
nell’invocazione e in preghiera.
Benedico il quartiere ed il minareto
per proteggerli dal razzo,
dall’attimo in cui
un generale ne darà il comando
sino al punto in cui diverrà incursione.

Accordo a voi rifugio e a quei piccoli,
che cambino il corso del razzo
prima che atterri con i loro sorrisi.

Accordo a voi rifugio e ai quei piccini
che ora dormono nel nido come pulcini.
Non sogni nel loro sonno, loro sanno
che la morte si cela fuori casa.
Lacrime materne, ora come colombe,
inseguono e si trascinano dietro le bare dei propri figli.

Accordo rifugio al padre,
al padre di quei piccoli
che sorregge la casa
quando collassa sotto le bombe.
Egli implora la morte in agguato:
Abbi pietà. Risparmiami ancora un po’.
Per amor loro, ho imparato ad amare la mia vita.
Concedi loro una morte degnamente bella.

Per amor loro, ho imparato ad amare la mia vita.
Concedi loro una morte degnamente bella
Accordo a voi rifugio
dal dolore e dalla morte,
rifugio nella gloria del nostro assedio
qui nel ventre della balena.
Ad ogni bomba sulle strade nostre
pari divina invocazione.
Si prega per le moschee e per le case.
Ad ogni bomba a Nord
pari supplica a Sud.

Accordo a voi rifugio
dal dolore e dalla sofferenza.
Con parole di sacra scrittura
proteggo le arance dalla puntura di fosforo
e dallo smog le ombre delle nubi.

Accordo a voi rifugio
sapendo che la polvere si diraderà
e che coloro che si amarono e morirono assieme
un giorno sorrideranno.