LA POESIA RENDE UMANI
di Anna Rutigliano
Massacri e poeti. Con un testo della poetessa
palestinese Hiba Abu Nada.
In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che
ricorre ogni 10 Ottobre, a partire dal 1992,
e che quest’anno, pone al centro del dibattito internazionale, la salute
mentale in tempi di catastrofi e crisi umanitarie (si consulti il sito della World
Health Organization) su scala globale, mi è sembrato doveroso richiamare
all’attenzione pubblica i dati aggiornati a Settembre 2025, secondo le stime
riportate dagli equipaggi medici relativamente ai danni subiti dalla
popolazione di Gaza fra luglio 2024 e Settembre 2025: il numero di individui
coinvolti da lesioni fisiche subite durante i bombardamenti si è quasi
raddoppiato da 22.500 a 41.844 di cui il 25% è costituito da bambini. Fra i
punti cardine, oltre ad evidenziare una immediata necessità di interventi atti
a sanare i danni fisici permanenti, si richiama l’attenzione pubblica alla
necessità, altrettanto significativa, per un pronto sostegno di natura
psicologica. Per quanto la mia, in questi tempi di crisi ed emergenza
umanitaria, possa essere una goccia in un immenso oceano, mi preme portare alla
memoria una poesia, dai toni altamente delicati, della poetessa, biochimica ed
educatrice palestinese Hiba Abu Nada, vittima di un raid israeliano il 20
Ottobre 2023 nel suo villaggio di Khan Yunis, le cui parole di sacra
scrittura rappresentano un dolce e resiliente rifugio per tutte quelle
anime provate dal dolore della guerra. Colgo nuovamente l’occasione per
ringraziare il lavoro di traduzione svolto dalla Professoressa Associata di Letteratura
Araba, Huda Fakhreddine, presso l’Università della Pennsylvania, da cui ho potuto attingere il
testo in lingua inglese e riportarlo in lingua italiana.
Accordo a voi rifugio
di Hiba Abu Nada
Accordo a voi rifugio
nell’invocazione e in preghiera.
Benedico il quartiere ed il minareto
per proteggerli dal razzo,
dall’attimo in cui
un generale ne darà il comando
sino al punto in cui diverrà incursione.
Accordo a voi rifugio e a quei piccoli,
che cambino il corso del razzo
prima che atterri con i loro sorrisi.
Accordo a voi rifugio e ai quei piccini
che ora dormono nel nido come pulcini.
Non sogni nel loro sonno, loro sanno
che la morte si cela fuori casa.
Lacrime materne, ora come colombe,
inseguono e si trascinano dietro le bare dei propri figli.
Accordo rifugio al padre,
al padre di quei piccoli
che sorregge la casa
quando collassa sotto le bombe.
Egli implora la morte in agguato:
“Abbi pietà. Risparmiami ancora un po’.
Per amor loro, ho imparato ad amare la mia vita.
Concedi loro una morte degnamente bella.
Per amor loro, ho imparato ad amare la mia vita.
Concedi loro una morte degnamente bella”
Accordo a voi rifugio
dal dolore e dalla morte,
rifugio nella gloria del nostro assedio
qui nel ventre della balena.
Ad ogni bomba sulle strade nostre
pari divina invocazione.
Si prega per le moschee e per le case.
Ad ogni bomba a Nord
pari supplica a Sud.
Accordo a voi rifugio
dal dolore e dalla sofferenza.
Con parole di sacra scrittura
proteggo le arance dalla puntura di fosforo
e dallo smog le ombre delle nubi.
Accordo a voi rifugio
sapendo che la polvere si diraderà
e che coloro che si amarono e morirono assieme
un giorno sorrideranno.