L'inizio
d'autunno 2025 appare caratterizzato da una evidente costante: la riuscita
delle manifestazioni di piazza pur indette da soggetti diversi, convocate su
argomenti diversi e con coincidenze parziali dal punto di vista
dell'espressione partecipativa sia sociale sia generazionale. La condanna del
genocidio che sta subendo il popolo palestinese si è affiancata alla battaglia
sindacale avverso la legge di bilancio. Una legge di bilancio preparata è bene
non dimenticarlo dal governo di destra mentre incombe la necessità di
attrezzarci per respingere l'ennesimo tentativo di violazione costituzionale
questa volta sul tema della giustizia. L'insieme di queste problematiche vede
contemporaneamente l'impegno di una pluralità di attori prevalentemente di
origine sindacale e una sostanziale lateralità delle forze politiche parlamentari. Le forze politiche parlamentari
sembrano sì capaci di sostenere le posizioni sulla base delle quali si svolgono
le manifestazioni ma senza riuscire a presentare un progetto organico di
opposizione e mantenendo al loro interno distinzioni e financo ambiguità sia
nei rapporti politici sia nell'orientamento complessivo. Questa
"lateralità" (se non "estraneità") tra movimenti e soggetti
politici è stata anche testimoniata dalla continua discesa nella partecipazione
al voto nell'occasione delle diverse tornate regionali e comunali succedutesi
nei mesi di settembre ed ottobre: caduta culminata nelle recenti elezioni
regionali toscane con una percentuale di astensione davvero molto elevata, tale
da confermare l'analisi di una sostanziale "fragilità del sistema"
tale da porre il tema di una possibile torsione in senso autoritario. Si pone così per intero il
vecchio tema nenniano "piazze piene e urne vuote" con un di più da
aggiornare riflettendo sul quadro offerto dalla trasformazione del sistema dei
partiti sul quale ci siamo già soffermati a lungo e che potremmo riassumere
nella triade personalizzazione- comunicazione esaurimento dell'agire politico
nella governabilità considerata "meta unica". Poco si analizza la difficoltà
crescente della democrazia gradualmente messa in discussione con l'avanzare del
superamento del parlamentarismo, della messa in discussione della separazione
dei poteri, del bavaglio alla magistratura e ai giornalisti, della demolizione
del welfare, della mercificazione della scuola e dell'università, delle leggi
elettorali che nonostante le decisioni della Corte Costituzionale continuano a
sancire il primato del "Capo". Soprattutto tutti questi punti (elenco
imparziale e sommariamente compilato) non riescono a diventare progetto
organico di opposizione per l'alternativa: il PD non appare in grado di
sciogliere il nodo dell'incertezza tra la tendenza a voler rappresentare un
" Nuovo Ulivo" oppure a voler costruire un Fronte Popolare.
Accenno al PD perché sicuramente
esso rappresenta il soggetto potenzialmente pivotale attorno al quale
raccogliere un'alleanza che al momento attuale appare carente anche dal punto
di vista di espressione delle diverse "issue" culturali e politiche
che risulterebbe necessario rappresentare per incontrare le diverse esigenze
sociali e le molteplici sensibilità presenti nel Paese. Appaiono, infatti,
assenti o perlomeno deficitari due elementi: quello di una visione complessiva
strategica di società rivolta prima di tutto al quadro internazionale (pace,
collocazione dell'Europa, qualità della democrazia) e quello di una
progettualità riferita a un preciso modello sociale come - quello - per
intenderci provvisto di una base economica che affronti le evidenti distorsioni
del modello liberista - corporativo che questo governo sta alimentando. Quel
modello "liberista-corporativo" succeduto a quello neo-liberista dei
primi anni del XXI secolo e che può essere contrastato da una idea socialista
(come sta avvenendo anche negli USA) che comprenda il mutamento di paradigma
imposto dalle grandi transizioni in atto da quella ambientale a quella
digitale.
Nei giorni scorsi come
Associazione "Il Rosso non è il Nero" avevamo avanzato l'idea di una
azione unitaria delle opposizioni parlamentari perché si adottasse un'unica
proposta riguardante la legge di bilancio (il modello dovrebbe essere quello
che sulla materia presenterà " Sbilanciamoci" il prossimo 4
dicembre). Nel contempo si dovrebbe rifuggire dalla logica emandataria
presentando così la compatezza di una elaborazione complessiva posta aa un
punto tale di definire finalmente un primo abbozzo di riconoscibile
alternativa, prendendo atto che l'acutezza delle contraddizioni pot-moderne
impedisce la via della semplice alternanza e del cosiddetto "bipolarismo
temperato". A questa nostra proposta hanno aderito 27 associazioni e
organi informativi da tutte le parti d'Italia: tra gli altri abbiamo avuto
l'adesione dei soggetti più prestigiosi operanti sul versante della sinistra e
sul piano nazionale da molto tempo. In questa occasione ribadiamo la
necessità di portare avanti un progetto di questo tipo con 2 obiettivi: a) contribuire ad un avvio di
saldatura nel rapporto definibile sbrigativamente " tra manifestazioni e
politica" svolgendo anche una funzione pedagogica tesa al riconoscimento
del superamento di una società fondata sull'individualismo competitivo e il
consumismo di massa come l'attuale; b) portare la riflessione tra le
forze politiche ad un livello tendente ad analizzare il complesso della
situazione in atto non attraverso la singolarità dei casi ma puntando ad una
visione comune di società alternativa pur nei necessari distinguo di
declinazioni intorno a specifici aspetti: declinazioni diverse derivanti anche
da derivati storici la cui identità e memoria debbono comunque essere
conservati e innovati gradualmente.