“Nessun maggior
dolore/ che ricordarsi del
tempo felice/ nella miseria; e ciò
sa il tuo dottore”. Fra tutte le cose che
ho imparato, non concordo con
Virgilio e Dante che ricordare del bel
tempo andato sia la cosa assai più
logorante, vivendo miseranda
condizione. Meglio Cassandra e me
commiserare che purtroppo abbiam
sempre ragione, pur nel nostro vano
profetare. Ho chiarito, più
volte, la faccenda, con esempi di
Goebbels e Barnays, che in politica,
senza propaganda, non si potrà ottenere
mai alcunché. Oggi siamo in questa
situazione che si potrebbe, con
un taglio netto, dividere il torto e
la ragione, così come il probo
dall’abietto. Però nella regione
marchigiana, con un margine
super-abbondante, ha prevalso la ragion
texana della maggioranza più
aberrante. Esemplifico qui le
condizioni di chi vorrebbe
battere la banda disponente di sei
televisioni e d’una martellante
propaganda; ogni bugia richiede
spiegazioni e, mentre tu
chiarisci quel che è con inconfutabili
obiezioni, quelli te ne sfornano
altre tre. Proprio spiegarlo
meglio non lo so. Chissà quando
capiranno il guaio che a tennis vincer
non si può, giocando solamente
col cucchiaio.