CASA CRESCENZAGO
di Angelo
Gaccione
Ho deciso di tornare a Crescenzago dove c’è la sede Anpi del
quartiere perché volevo portare personalmente al suo presidente, Giuseppe
Natale, il saluto di tutta “Odissea” su cui anche lui scrive, ed esprimergli la
soddisfazione, per la vittoria, dopo una tenace e lunga battaglia per la
salvaguardia di “Casa Crescenzago”, dell’edificio di quella che era stata la
sede dell’autonomo comune dell’antico borgo. Una decisione impopolare voleva venderlo
ai privati, senza tener conto di quello che questo luogo rappresenta per la
memoria storica, per la lotta partigiana, per il tessuto civile, per
l’aggregazione di tante realtà culturali che fanno vivere questo che ora è uno
dei tanti quartieri della città.
Un quartiere di grande fascino ch’era stato un luogo di villeggiatura e di riposo della borghesia, e di quella Milano artigiana e laboriosa dotata di risorse. Soprattutto per le acque che lo attraversano, per la quiete ed il silenzio che allora doveva custodire.
Tuttora basta percorrere il breve tratto che costeggia la via privata Amalfi, superare il bel giardino dentro cui spicca una lapide in memoria del partigiano Aldo Giassi, immergersi lungo il piccolo viottolo che sul lato destro costeggia le acque del Naviglio della Martesana e sul lato sinistro abitazioni graziose riparate dalla vegetazione e protette da cancelletti, siepi, muretti, per averne la riprova.
Un angolo che non immaginereste neppure nella Milano di oggi, e che vi sorprende per la luce, l’atmosfera e persino con qualche fascinosa villa primi-Novecento.
Quando ci sono venuto io, in un tiepido
pomeriggio di ottobre, i colori delle piante viravano verso un rosso ruggine
che i raggi obliqui accendevano rendendoli ancora più caldi e accoglienti.
Ho potuto vedere gli interi ambienti di cui si compone “Casa
Crescenzago” e di come in questi anni di attività i locali dell’Anpi siano
stati migliorati e protetti: persino un impianto di aria a condizionata.
Il complesso annovera le sedi di Legambiente e del celebre Corpo Musicale di Crescenzago; sui muri esterni la lapide in memoria dei diciotto martiri della Resistenza partigiana caduti per la libertà della nostra Patria, quella della maestra e partigiana Adele Delponte, quella che riproduce stilizzato l’edificio e incisi i tre capisaldi a cui ogni cittadino amante della pace dovrebbe ispirarsi: “Ripudiamo la guerra. Disertiamo la guerra. Aboliamo la guerra”.
Dentro è sedimentata una memoria che non dobbiamo disperdere: vi troverete una Pietà partigiana in un grande dipinto in cui una madre dolente vestita a lutto regge sulle ginocchia i corpi emaciati di due figli caduti (una giovane e un giovane). Un partigiano con il fazzoletto tricolore al collo regge la donna e la esorta; dietro a questi avanza una gigantesca Vittoria Alata che impugna la fiaccola della vittoria. Alla sua destra patrioti e partigiani distruggono i simboli del fascismo e del nazismo, ora che questi due mostri sono stati sconfitti. Sulla sua sinistra un fanciullo, simbolo di rinascita e di speranza, regge un fascio di spighe. È il simbolo della fatica della terra e del pane, e dietro al fanciullo un corteo di lavoratori dei campi, delle officine, delle botteghe con gli attrezzi del mondo del lavoro. Una mamma con una creatura in braccio li accompagna a significare che la fiaccola della vita si trasmette attraverso le generazioni.
In un’altra cornice il Tricolore della Lega dei Salariati e Braccianti della Confederterra di Crescenzago con al centro ricamato un serto di spighe. Il simbolo della sezione Anpi Atm con la stella rossa e la colomba della pace e poi foto, tessere, diplomi, documenti, ritagli di giornali storici, disegni, corrono lungo le pareti sopra cui campeggia la scritta “Gloria Eterna”.
Spiccano i volti dei partigiani, fra cui quello di Pertini con la sua inseparabile pipa. Da segnalare anche un bronzo di piccole dimensioni di autore ignoto che si ispira al monumento di Remo Brioschi, quello del Monumento ai Piccoli Martiri di Gorla che lo scultore ha realizzato nel 1947 e posizionato nell’omonima piazza milanese, per ricordare la strage del 20 ottobre 1944. Nella fascia in alto la scritta Pax, in quella in basso Ecco la guerra.
E del ripudio della guerra “Casa Crescenzago” ha fatto uno dei suoi pilastri. Lo troverete scritto anche su un cartello a colori affisso nella lunetta di una delle finestre esterne: “Questa Casa ripudia la guerra” e noterete anche il logo di Emergency.
Leggendo vi sarete fatta l’idea che “Casa Crescenzago” è una realtà concreta e necessaria che dobbiamo difendere. Che la sezione Anpi, in una zona che ha dato tante vite alla Resistenza, deve essere supportata e sostenuta affinché questo luogo di oggetti e di memoria continui nel passaggio di generazioni. Devono tenerlo presente gli uomini di pace e gli antifascisti, e deve diventare un obbligo morale e politico concreto sia dell’Anpi nazionale che delle strutture territoriali radicate a Milano e provincia.
LA DELIBERA DELLA GIUNTA COMUNALE

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