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giovedì 27 novembre 2025

DI NUOVO IN PIAZZA
di Giuseppe Natale
 


Sabato 29 novembre 2025 Giornata internazionale di solidarietà col Popolo Palestinese Cortei a Roma e Milano.


Nella riunione di sabato 22 novembre scorso dei comitati provinciali di ANPI Lombardia, svoltasi alla Camera del Lavoro di Milano, sono intervenuto, in qualità di membro del comitato milanese, sulle questioni più scottanti che angustiano l’umanità e il pianeta oggi. Ho cercato di valorizzare il documento di ANPI nazionale che, secondo me, costituisce una buona base di analisi e proposta, in sintonia col movimento mondiale per la fine immediata del genocidio in corso a Gaza e in Palestina e per porre fine a tutte le guerre che insanguinano tante zone del mondo, e nel cuore stesso dell’Europa; per il disarmo e la pace, per la difesa dei diritti umani e del diritto internazionale, per la riconversione dell’economia fossile e dell’economia di guerra in economia di pace. Ho sostenuto che alle parole devono seguire gli atti coerenti e le azioni conseguenti: nell’immediato è doveroso partecipare alla Giornata internazionale di solidarietà con il Popolo Palestinese. Occorre riprendere l'unità d'azione che portò allo sciopero generale del 3 e alla grandiosa manifestazione del 4 ottobre scorso. Purtroppo non è un buon segno quello di trovarsi di fronte all’indizione di due scioperi separati: quello di domani 28 novembre dei sindacati di base e quello del 12 dicembre prossimo della CGIL.
Di seguito le motivazioni del mio appello all’ANPI ad aderire e partecipare ufficialmente alle manifestazioni e ai cortei del 29 novembre 2025.
1. Partecipare a tutti gli eventi in programma, in particolare alle manifestazioni e ai cortei che si svolgeranno a Roma e Milano, in contemporanea con quelli di decine di città di oltre 35 Paesi del mondo.
2. Il corteo di Milano partirà alle ore 14-14.30 da Piazza XXIV Maggio e terminerà in Piazza Duomo. I principali promotori e organizzatori sono le associazioni e le rappresentanze dei Palestinesi in Italia, i soggetti della cittadinanza attiva nelle loro diverse e plurali componenti di un movimento globale per la Palestina, per i diritti uguali e per l’autodeterminazione dei popoli, per il disarmo e per la pace, contro la barbarie e la disumanizzazione del neocolonialismo di “insediamento” e di un capitalismo rapace e distruttivo.
3. Come si afferma nel documento del Comitato nazionale di ANPI del 24 ottobre scorso, occorre contribuire a tenere vivo e a rafforzare il grande movimento globale della società civile per la vita e la cura del pianeta, nostra casa comune e per fermare le guerre che imperversano e portano distruzione e morte, ecocidio e crisi economiche e sociali e disuguaglianze e povertà.
4. Faccio appello a tutte le sezioni dell’ANPI perché si mobilitino in modo permanente per:



a) la fine immediata del genocidio a Gaza e in Palestina;
b) la difesa dei diritti umani e il rispetto e l’attuazione del diritto internazionale, con iniziative specifiche, compresa l’adesione all’esposto-denuncia inoltrato alla Corte Penale Internazionale da 54 giuristi e avvocati nei confronti dei rappresentanti del Governo italiano e dell'AD di Leonardo, per complicità nel genocidio del popolo palestinese;
c) l’espressione di solidarietà a Francesca Albanese autrice per conto dell’ONU di ben 6 rapporti sul genocidio a Gaza e sul colonialismo genocidario in Cisgiordania, sottoposta a sanzioni gravissime e minacce; la stessa solidarietà deve darsi anche ai giudici delle Corti internazionali sotto minacce e processi;
d) la fine dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi;
e) la fine del “colonialismo d’insediamento” e dell’espropriazione continua delle terre e dei beni dei palestinesi da parte di bande armate e violente, sioniste e razziste, chiamate impropriamente coloni, protette dall’esercito e dal governo dello Stato d’Israele; e quindi la fine delle aggressioni e delle violenze ai danni dei palestinesi, in particolare delle donne e dei bambini, in Cisgiordania e a Gerusalemme est;
f) la liberazione dei prigionieri politici palestinesi, tra i quali Marwan Barghouti, e dei detenuti nei campi di tortura (più di 10.000 persone!);
g) la cessazione immediata della cooperazione militare tra Italia e Israele, e la rottura del “gemellaggio” tra Milano e Tel Aviv;
h) l’imposizione dell'embargo totale e delle sanzioni da parte dell’Unione Europea nei confronti dello Stato di Israele, il cui governo è responsabile di una politica di pianificazione genocidaria, colonialista e razzista;
i) l’apertura immediata di canali ufficiali e permanenti, sotto l’egida dell'ONU e dei 157 Paesi che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, di aiuti urgenti alla popolazione di Gaza, finalizzati a salvare 2 milioni di persone, di cui il 40% bambini e bambine;
l) il contrasto convinto e deciso al processo devastante di un’economia di guerra accompagnata da una sempre più diffusa ideologia autoritaria e militarista, che nel documento ANPI viene efficacemente definita “parossismo bellicista”, e all’involuzione autoritaria e neofascista in corso in molti paesi del mondo e nella nostra Europa;
m) l’opposizione convinta e decisa contro gli atti del Governo italiano che limitano le libertà e gli spazi di democrazia, comprese le misure repressive sempre più frequenti e inquietanti nei confronti dei rappresentanti delle comunità palestinesi e delle persone che solidarizzano e manifestano per la Palestina; che riducono i servizi sociali e aumentano le spese militari e che mettono in discussione i fondamenti stessi della Costituzione della Repubblica democratica e antifascista.
Gli accordi di Sharm el Sheik (13 ottobre 2025), che avrebbero portato al processo di pace, diventano parziale tregua. Continuano le violazioni e gli atti di guerra da parte dell’esercito di Israele: il genocidio si trasforma in stillicidio quotidiano di aggressioni e morti.
L’ultimo atto, che espropria i Palestinesi del loro sacrosanto diritto all’autodeterminazione, che dà una picconata micidiale al diritto internazionale e che mette profondamente in discussione il ruolo stesso dell’ONU, di Garante mondiale della convivenza civile tra i popoli, l’ha inventato e imposto il Presidente degli USA, Donald Trump, connivente e corresponsabile (come i precedenti presidenti e governi statunitensi) del genocidio palestinese. Si tratta della Risoluzione 2803/17 novembre 2025 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvata con 13 voti favorevoli (3 membri permanenti: Francia, Regno Unito, Stati Uniti; 10 membri non permanenti: Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia, Somalia), 2 astensioni (Cina e Russia). È un atto che non pone fine alla politica colonialista e genocidaria di Israele, perché esclude il popolo palestinese e i suoi rappresentanti dalle decisioni riguardanti il suo destino e i suoi diritti inalienabili. Mentre si affida al Board of Peace - organo quasi privato - presieduto da Donald Trump, una possibile soluzione del conflitto israelo-palestinese, si conferma il dominio coloniale, la pulizia etnica e lo sradicamento e il conseguente annientamento del popolo palestinese.
Solo la presa di coscienza e la mobilitazione locale, nazionale e internazionale della cittadinanza attiva e di moltitudini sempre più ampie e militanti di tutti i popoli del mondo possono mettere in moto un processo di lotte e di iniziative concrete per salvare l’umanità e la terra madre. Risorgano la Global Sumud Flotilla e i diversi multiformi movimenti per il disarmo e la pace, per l’uscita da un sistema capitalistico rapace feroce e distruttivo. Ripartiamo dal 29 n0vembre, Giornata Internazionale per la Palestina dichiarata dall’ONU.