Chi ritiene verosimile la mia supposizione, secondo
cui il Partito Democratico americano, subendo l’influenza determinante delle
maggiori strutture burocratiche di quel Paese (CIA, FBI, PENTAGONO) e
l’indirizzo guerrafondaio dell’apparato delle finanze e dell’industria delle
armi e chi, conseguentemente, considera che i cosiddetti “servizi deviati” dei
Paesi Europei fanno in modo che anche a elezioni statunitensi concluse e a
partito Democratico sconfitto la “guerra continui” in altri fronti,
soprattutto del vecchio Continente, comprende agevolmente quanto
inopportuna sia stata giudicata dai nemici nordamericani di Trump la frase del
Consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani, sulla necessità di dare
uno scossone al governo di Giorgia Meloni. - Ma come… - avranno detto i
seguaci degli Obama, dei Clinton , degli spioni, ortodossi e deviati, dei
generali fieri e pluridecorati, il Garofani presidenziale italiano non ha
capito o non ha dato il giusto valore alla vera, grande operazione di Joe
Biden: acquisire al fronte sinistrorso e antiputiniano dei
Democratici ormai “transnazionali” e operanti in sintonia nell’intero Occidente
anche un partito dichiaratamente di destra, ponendolo, oltretutto, in
posizione ambigua (e inaffidabile) nei confronti di Trump? Eppure il consigliere
quirinalizio doveva sapere che Giorgia Meloni, con il fido Crosetto di
Cuneo e il fedele assenziente Tajani, dimentico delle posizioni del suo ex
Capo, non erano emuli di Viktor Orban. Dopo tutto in una cordata di
amici degli Azov di Zelensky, i neo fascisti italiani ci stavano meglio della
imprevedibile e inaffidabile Schlein con i suoi democratici italioti passati da
una sognata e mancata rivoluzione a una rissa quotidiana, sterile ma rumorosa! Ovviamente: il richiamo all’ordine
nel partito della Sinistra Transnazionale sconfitta da Trump ha funzionato
a dovere: il caso è stato dichiarato ufficialmente chiuso da sinistra e da
destra. La vicenda si è considerata brillantemente risolta. Gli Italiani
di destra e di sinistra assisteranno, quindi, unicamente allo scontro tra
altri poteri dello Stato: quello tra l’Esecutivo e i Magistrati.