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martedì 4 novembre 2025

GLI UOMINI E LA RESPONSABILITÀ DI GENERE
di Gabriella Galzio 
 


“(...) sono rimasti uccisi 40 combattenti e tre civili beduini. Almeno tre donne druse sono state stuprate e assassinate”.
 
D
alla lettura di questi conflitti in Siria spicca l’asimmetria di come gli uomini vengano (solo) uccisi e le donne stuprate e uccise. A saperla leggere, questa asimmetria è la conferma che esiste una responsabilità di genere. Ma molti uomini fanno fatica a riconoscerla. La guerra non è un universale, intanto perché è storicamente datata, ovvero fa la sua comparsa nella storia con la patriarcalizzazione; poi, non è un universale perché è un fenomeno di genere, ovvero un marchio di fabbrica degli uomini, proprio come il calcio. E quegli uomini che controbattono che anche le donne sono guerrafondaie e giocano a calcio (poiché omologate ai modelli maschili), possono dirmi che anche le donne stuprano? o che commettono femminicidi? Ma la vera questione interessante è perché gli uomini non riconoscono il loro marchio di fabbrica, la loro responsabilità di genere? Non à questione da poco, perché solo se anche gli uomini riusciranno a schiodarsi dalla visione universalistica di cui hanno ammantato i loro fenomeni di genere, si potrà avviare un processo di cambiamento della civiltà. Ritengo, infatti, anche sulla scorta di studi antropologici sulle società indigene, che gli uomini, in un contesto diverso da quello patriarcale, possano essere pacifici e non violenti verso le donne. Ma l’energia maschile va riconosciuta in quanto maschile e incanalata a fiorire anziché distruggere. Questo almeno farebbe una buona madre.