Tramonto 0 quale altro termine per il
disastro dell’Occidente? Il caos che
sta travolgendo l’Occidente e i suoi. Abitanti resi inebetiti dal seguito
impressionante di eventi nefasti (a livello di vita individuale o
collettiva) è di tale portata e intensità che chi se n’è occupato (e se ne
occupa) non ha trovato (e non trova) un termine adeguato al fine di descriverne
la sua disastrosa rilevanza.Spengler, che
è stato tra i primi a trattarne, parla di “tramonto”, facendo riferimento a un evento naturale, la caduta del
sole all’orizzonte, che precede, sul finire del giorno, il buio della
notte. La scelta del termine è
coerente con l’idea del filosofo tedesco secondo cui se tutte le
civiltà hanno un ciclo vitale come quello degli esseri umani
(nascita, infanzia, maturità, vecchiaia e morte) l’Occidente si sta avviando
verso la fine. È l’unico a dirlo in
modo chiaro ma c’è in lui il tentativo di salvare il salvabile. In realtà, giudicando
dalla sua storia di odi, di guerre e di massacri, l’Occidente, nei tempi
successivi all’era greco-romana (costituenti un’era di civiltà a sé
stante), non ha mai avuto un’alba radiosa né successivamente giornate
soleggiate in modo pieno e veramente luminose.L’Occidente che potremmo definire, con consapevole
approssimazione, “cristiana e idealistica” (nel senso di “platonica ed
hegeliana”) è nata sulle ceneri di una realtà di uomini che erano stati liberi,
nei massimi limiti possibili, e sufficientemente lucidi e razionali e
si è immediatamente presentato con caratteri di cupo oscurantismo (non a
caso parlerà esso stesso, in un lampo di imprevedibile lucidità, di
“secoli bui”) con predominio netto dell’idea di morte su quella di vita.
Il punto di debolezza della tesi di Spengler sta nel fatto che egli dice
poco sul perché la durata dell'esistenza delle civiltà varia l’una dall’altra:non spiega, in altre
parole, perché, per esempio, la civiltà cinese appare più longeva di
altre e non sembra affatto di essere al tramonto (anzi, è riuscita a superare
persino “l'influenza”- nefasta e mortale per altri contesti - del pernicioso
virus occidentale dell’idealismo-marxista, utilizzandolo, con saggezza, solo in
certi termini e per precisi fini di crescita economica collettiva, utile per
abbracciare altre visioni della vita). In altre parole, penso che lo
scrittore tedesco, per soddisfare pienamente la curiosità dei pochi convinti
della sua predizione, avrebbe dovuto dire in che momento storico, l’Occidente,
pur nato, con l’emissione del suo primo vagito, in Grecia e a Roma
nelle migliori condizioni ambientali e in buona salute, si è gravemente
ammalato; e se gli assolutismi astratti e forsennati, penetrati nella sua
cultura, non abbiano essi provocato odi, rancori e guerre dando inizio alla
sua bimillenaria agonia. Più soddisfacente mi sembra il
termine “naufragio”, usato per il titolo del suo ultimo libro da Elena
Basile. Il disastro nei marosi della vita di noi abitanti della parte
ovest del Pianeta, altro non è stato, a mio giudizio, che l’effetto
ritardato (di ben duemila anni) di un difetto o vizio di costruzione della nave
Occidentale non percepito per venti secoli da naviganti o troppo distratti
o drammaticamente ottusi.Leggendo i libri di storia di casa nostra sulle imprese religiose in
Terra Santa, in America Centrale, nel Continente Nero (e non solo) e sui
disastri provocati all’umanità, nel tentativo di realizzare le
due utopie salvifiche hegeliane e post platoniche o seguendo, più di
recente, le notizie del sistema mass mediatico attuale su Gaza e Kiev si
può desumere che nei duemila anni di storia Occidentale non v’è mai stata
discontinuità tra le guerre (sempre) più o mene sante antiche, intermedie
e moderne.Il naufragio dell’Occidente è iniziato duemila anni fa e ciò con
il contributo determinate sia delle élites sciamaniche e
accademiche sia del volgo-bue.Né le une né le altre hanno saputo capire ciò che sarebbe successo con la
perdita di ogni capacità di raziocinio come effetto del “credere” anzi che
“pensare”. Il danno che i cinque malfattori:
Mosè, Cristo, Maometto (e loro fedeli seguaci nei secoli), Platone ed
Hegel (con il seguito di Marx e marxisti, Nietzsche e
nietzschiani) hanno fatto all’umanità abitante nella parte ovest del
pianeta (il cosiddetto Occidente) è enorme: quasi indescrivibile nei suoi
effetti disastrosi di caos. Non soltanto essi hanno rovinato, in chi ha
creduto nelle loro fumisterie, la mente (bloccando il pensiero libero e
sostituendolo con credenze inverosimili) e il corpo (uccidendone, con l’idea
del peccato carnale, i sensi e le pulsioni più sane e naturali e favorendo, in
tal modo, un ricorso, per fini liberatori. individuali, alle
droghe) ma hanno privato anche le intelligenze più vivaci e le sensibilità
più acute della capacità di capire le conseguenze negative dell’abbandono
di ogni agire dettato dalla logica nella vita personale e collettiva, familiare
e sociale.
La perspicacia
di uomini per molti versi notevole s’è arrestata come di fronte a un muro
invalicabile. Anche molti altri scrittori
illustri, autori di ponderosi scritti e gratificati di immensa fama nella
cosiddetta “cultura” Occidentale, non hanno saputo enumerare e descrivere i
danni derivati all’Occidente da un cumulo gigantesco di visioni, religiose
o politiche, false e fuorvianti per una valutazione dei valori
dell’esistenza.Oggi che il caos cognitivo è aumentato a dismisura anche per certi aspetti
nuovi (imprevedibili prima della nostra epoca digitale) i cosiddetti
“intellettuali” sembrano più confusi che mai prima. Quelli che intendono a
tutti i costi apparire progressisti (potenza delle parole) anche ora
che il regresso appare come la sola realtà veramente inconfutabile, parlano
con la sicumera tipica degli indottrinati con giaculatorie mandate a memoria,
di derive oligarchiche delle originarie manifestazioni di libertà, degenerate
in neoliberismi feroci e liberticidi. Altri accennano a pretese
trasformazioni antropologiche illiberali, ignorando che la libertà intesa
in senso profondo non ha potuto mai trovare dimora in menti rimpinguate da
credenze puerili e da vaneggiamenti ideologici da manicomio. A mio
giudizio, è arrivato il momento che all’intuizione di Spinosa sui tre
malfattori (religiosi) dell’umanità si dia un seguito aggiungendo alla triade
anche Platone ed Hegel con i loro seguaci politici fascisti e comunisti. Sono
le idee astratte, assolutistiche, autoritarie e malsane che hanno indotto
l’Occidente credulone a smettere di pensare e ragionare. Con l’amico Angelo
Gaccione di “Odissea” abbiamo costituito una Società di scrittura che editi
romanzi filosofici o saggi teorici che incarnino quella tensione razionale
che Elio Vittorini chiedeva alla letteratura (non intrattenere soltanto ma far
discutere).Il primo romanzo di una scrittrice canadese (Hedy Belfort) è stato
pubblicato da “Effigi”, giovane e coraggiosa casa editrice, con il titolo di: Romanzo
di una cortigiana anonima. Domanda:Vi sarà, in futuro, anche una scuola di pensiero che
riscatti l’Occidente dalle sue molteplici, false-verità?