Pagine

domenica 30 novembre 2025

LE POESIE DI GACCIONE IN “UNA GIOIOSA FATICA
di Filippo Ravizza  
 

Questa nota del poeta e critico Filippo Ravizza è apparsa giovedì 20 novembre sul quotidiano “Libertà” di Piacenza. Ringraziamo la redazione per averne autorizzato la riproduzione.

Angelo Gaccione è intellettuale noto, di multiforme ingegno: narratore (ricordiamo almeno due raccolte intense e dense di racconti come Lincendio di Roccabruna, 2019, Sonata in due movimenti 2022); drammaturgo (Tradimenti, La Porta del Sangue, Stupro, Ostaggi a teatro), saggista: Contrappunti, e autore di epistolari come Lettere ad Azzurra e del carteggio con lo scrittore Carlo Cassola. Vive e lavora a Milano, e - altro lato centrale della sua poliedrica presenza - dirige da ventidue anni il giornale di cultura Odissea. Ma la fonte originaria, ciò da cui tutto è nato e da cui si è sviluppata la sua presenza culturale è la poesia. La poesia mi è appartenuta, io sono appartenuto alla poesia. Ho scritto le prime poesie chero poco più che un ragazzo ha avuto modo di chiarire il nostro autore. Non meraviglierà quindi che proprio con la poesia, con la parola in versi, in questi giorni avvenga il suo ritorno nelle librerie. Si tratta di: Una gioiosa fatica. 1964-2022, un florilegio di quasi sessantanni di dedizione alla scrittura poetica. 

Il libro pubblicato da La scuola di Pitagora, nella collana Fendinebbia, a cura del docente della Cattolica e critico Giuseppe Langella, con importanti contributi dei poeti Franco Loi e Tiziano Rossi, nonché del filosofo Fulvio Papi. Una gioiosa fatica è dunque espressione di un lungo cammino - espressione del rapporto tra lautore e il mondo - che il libro organizza in dodici stazioni: Le straniere, Le milanesi, Le sacre, Le ultime… dodici tappe che disegnano un affresco generale, una ben precisa visione del mondo” in un continuo cambio di stile e di materia poetica. Un cammino - ha scritto Tiziano Rossi nell introduzione - in cui lio lirico non si nasconde, anzi si espone con nettezza, confrontandosi con i tanti volti del mondo, mentre Franco Loi nota la tensione verso qualcosa di trascendente; si chiami natura o società; dal canto suo, il filosofo Fulvio Papi sottolinea:Gaccione mi sembra sempre lo stesso: la poesia viene a lui come unonda durto della realtà e la composizione laccoglie con le parole che dal profondo vengono a galla come da tempo attese.